Quali sono le conseguenze se l’avviso Inps riguardo la Gestione separata non viene preso in considerazione
Con il messaggio numero 2535 del 6 luglio 2023, l’Inps ha informato che è in corso una campagna di avvisi destinati ai contribuenti che non risultano iscritti alla Gestione separata. Si tratta di alcune categorie professionali non dipendenti: contribuenti parasubordinati e o professionisti senza cassa, collaboratori coordinati e contributivi, lavoratori autonomi e occasionali, liberi professionisti, lavoratori autonomi occasionali.
L’iscrizione alla Gestione separata, ricordiamo, è obbligatoria sia per i lavoratori subordinati i cui contributi sono versati dai datori di lavoro, sia per i lavoratori autonomi professionisti. Ma al ricevimento dell’avviso dell’Inps come si deve procedere? La questione non è così complicata e si può risolvere rapidamente, ma non assecondando l’invito dell’Inps si rischiano delle conseguenze che possono essere fastidiose per il lavoratore parasubordinato o autonomo che sia.
Iscrizione alla Gestione separata Inps
Una precisazione iniziale. Non è raro il caso di un lavoratore che abbia svolto attività come subordinato e successivamente come autonomo. In questo caso deve procedere con l’iscrizione ad ambedue le tipologie di gestione separata che “corrispondono a due distinte posizioni anagrafiche per tipologia, funzionali a consentire al contribuente e all’Istituto di accreditare correttamente la contribuzione previdenziale in relazione alle distinte date di inizio attività”.
Quindi l’iscrizione è necessaria per l’accredito esatto dei contributi previdenziali in rapporto alle diverse date di inizio attività. La data di riferimento varia a seconda la categoria:
- per i lavoratori subordinati, quella di inizio della prestazione lavorativa;
- per i lavoratori autonomi, è quella di inizio dell’obbligo contributivo con l’apertura del cassetto previdenziale per i liberi professionisti.
Non ci sono sanzioni in caso di mancata iscrizione, ma potrebbero esserci effetti negativi sul conteggio dell’anzianità contributiva. In caso di mancata iscrizione infatti il sistema registra in automatico altri elementi:
- per i lavoratori parasubordinati, la data di inizio attività più vecchia presente nel flusso delle comunicazioni Uniemens;
- per i lavoratori autonomi, la data più vecchia scritta nella colonna “periodo di riferimento” sul modello F24 dei versamenti contributivi effettuati.
Questa può apparire una questione secondaria, ma non è detto che la data registrata dal sistema corrisponda con l’effettivo inizio dell’attività che è fondamentale per l’iscrizione alla gestione separata e soprattutto per l’accredito esatto dei contributi del lavoratore, centralli per la pensione.
Cosa può accadere se si ignora il messaggio
Se la data registrata e l’effettivo inizio dell’attività non coincidono potrebbero esserci effetti spiacevoli sulla posizione previdenziale del lavoratore con un riconoscimento di numero dei mesi inferiore a quello reale. Quindi con l’iscrizione si evitano problemi futuri, non certi ma possibili. L’Inps stesso sottolinea al momento dell’iscrizione di verificare sull’estratto conto previdenziale che la data di inizio attività sia veramente quella indicata.
Il rischio è di perdere un accredito della contribuzione che non corrisponde i primi mesi del lavoro. Quindi se si riscontra una data non corrispondente con l’inizio dell’attività lavorativa o la mancanza di alcuni mesi contributivi, si può procedere con l’iscrizione o inviare una comunicazione scritta alla sede Inps di competenza indicando la data giusta di inizio attività. Dopo la correzione l’estratto conto contributivo si aggiornerà automaticamente.