Non sta arrivando il pagamento Naspi: cosa succede

In ritardo il pagamento della Naspi, quali possono essere i motivi dei ritardi nei versamenti dell’indennità di disoccupazione

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Naspi Inps (Screenshot facebook – pensioniora.it)

Si stanno registrando dei ritardi nei pagamenti della Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi) che destano molte preoccupazioni tra i percettori dell’indennità. In realtà i differimenti nei versamenti della prestazione sono purtroppo frequenti. Inoltre va aggiunto che non esiste un vero e proprio calendario nei versamenti.

Solitamente gli accrediti si registrano a partire dal giorno 7, ma l’avvio dei pagamenti è solo indicativo. Gli accrediti si distribuiscono in giorni diversi non seguendo un particolare criterio e anche l’ultimo giorno del mese può essere quello scelto per l’accredito. Si può aggiungere che i pagamenti iniziano ad essere regolari a partire dal terzo mese di beneficio. Una distinzione che si può fare è sicuramente tra pagamenti della prima e dell’ultima mensilità e quelle dei restanti mesi.

Pagamento della Naspi ecco quando

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

Se a luglio si attende il pagamento della prima mensilità i ritardi potrebbero essere causati da irregolarità nella presentazione della domanda, mentre per l’ultimo versamento occorre tener presente che l’Inps attua spesso dei blocchi preventivi proprio alla fine del beneficio. Quindi nei casi di altre mensilità si può quasi sicuramente parlare di rallentamenti determinati da frenate nelle lavorazioni e occorre solo pazientare in attesa del bonifico.

Ecco qualche esempio di irregolarità o errore nella compilazione della domanda che potrebbe aver generato il ritardo nel pagamento della prima mensilità. Tra le cause più comuni la mancata firma della Dichiarazione di Disponibilità immediata al lavoro (Did) o del Patto di servizio personalizzato. Oppure l’omessa comunicazione del datore di lavoro di tutte le informazioni dei contributi EMENS.

Un’altra motivazione può essere la disoccupazione richiesta dopo dimissioni per giusta causa, ma il datore di lavoro non ha inviato all’Insp la contestazione; altro errore comune non aver allegato il contratto insieme alla domanda di indennità, nel caso di lavoratore a tempo determinato; infine il ritardo può dipendere dal mancato invio del permesso di soggiorno nel caso di lavoratore non comunitario.

Con il ritardo per il pagamento della prima mensilità è utile consultare lo stato della domanda attraverso il portale dell’Inps, ricordando sempre che l’importo del primo accredito è più ridotto rispetto agli altri poiché copre un numero di giorni inferiore.

Ritardo nei versamenti cosa fare

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

Uno strumento utile è la pagine “Utilizza lo strumento” del sito dell’Inps, si ricerca la pagina sulla home del sito istituzionale e successivamente si accede con le proprie credenziali Spid, Cie e Cns. Altro modo per verificare lo stato della domanda è consultare il fascicolo previdenziale del cittadino. Anche in questo caso si accede con credenziali personali, ricercando nei vari elenchi la voce “Disoccupazione non agricola”, dove compaiono nelle note le informazioni sui versamenti.

Se invece appare bloccata l’ultima mensilità dell’indennità, occorre seguire una rapida procedura. Si va nella pagina “Utilizza lo strumento” del portale dell’Inps, successivamente nella sezione Naspi si preme ancora “utilizza lo strumento”. Ora si accede con le credenziali personali e si clicca su “Invio comunicazioni”, poi su “Eventi che influiscono sui pagamenti”, poi su “Tipo di evento da comunicare”, su “Altro”, su “Avanti”. A questo punto occorre scrivere “richiedo sblocco ultima mensilità Naspi” nel campo centrale che compare. Si clicca su “Avanti”, si conferma con Ok, si salva e si esce.

Se invece le mensilità che non arrivano sono diverse dalla prima o dall’ultima può dipendere dalla mancata presentazione del modello Naspi.com con una nuova attività lavorativa, dalla richiesta dell’indennità di malattia entro 60 giorni dalla fine del rapporto di lavoro; dall’inizio del periodo di congedo per maternità.

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