Il congedo parentale è un diritto che madre o padre possono ottenere sotto la forma di sospensione retribuita dal lavoro
Le famiglie con figli minori hanno diritto a determinate agevolazioni da parte del settore pubblico. Ad occuparsi della maggior parte dei benefici è l’INPS, che negli ultimi due anni ha preso in mano anche i bonus, gestendo autonomamente l’assegno unico. Altri diritti per i lavoratori che vogliono costruirsi una famiglia riguardano i bonus nido o il congedo maternità. Anche il congedo parentale è stato inserito tra le misure di supporto e sostegno alla nascita. Esso è valido, come anche gli altri benefici, anche per i figli adottati o in affidamento.
Le agevolazioni sono erogate non automaticamente, ma a seguito di una domanda che l’interessato o interessata inoltra all’INPS. Nel caso in cui non si sia particolarmente pratici di informatica, ci si può rivolgere ad un patronato o al Caf. Nel caso in cui l’indennità di maternità cada nel periodo della Naspi, si può fare richiesta e sospendere l’indennità di disoccupazione per cinque mesi ed usufruire di un assegno di maternità pari all’80% dell’ultima retribuzione da busta paga. Passati i cinque mesi, la Naspi riprenderà il proprio corso come in precedenza.
Congedo parentale INPS, quali sono le novità per il 2023
L’INPS ha comunicato sui propri portali ed i propri social che per il 2023 i genitori di bambini nati naturalmente, affidati o adottati potranno avere delle agevolazioni sul congedo parentale. Esso è un beneficio che può essere usufruito alternativamente tra padre e madre, o diviso da entrambi. Consiste nella facoltà di astenersi dal periodo lavorativo per 10 mesi, frazionati o consecutivi, entro i primi 12 anni del bambino o bambina. Ovviamente è un beneficio esclusivo dei genitori che lavorano, i quali possono anche dividerselo in momenti diversi o contemporaneamente, in quel caso il conteggio sarebbe raddoppiato.
I dieci mesi massimi si ottengono nel caso ci sia un unico genitore. Altrimenti ognuno dei due può chiedere il congedo parentale per un massimo di sei mesi ciascuno. La retribuzione spetta esclusivamente per tre mesi. Per il resto del tempo la retribuzione non è garantita, ma l’impiego sì. Il genitore, o i genitori, possono avvalersi di altri tre mesi supplementari di retribuzione durante il congedo parentale nel caso in cui il reddito della famiglia sia pari o inferiore a 2,5 volte il trattamento pensionistico minimo. Un genitore solo ha diritto a maggiori flessibilità. Nel 2023 ci sono delle novità sulla retribuzione.
La retribuzione nei mesi di astensione
Il genitore, o i genitori, in congedo parentale, hanno diritto alla retribuzione pari al 30% della busta paga. La novità per il 2023 è che l’INPS ha stabilito che in un mese dei tre retribuiti, la cifra è aumentata all’80%. Anche in questo caso l’indennizzo aumentato spetta alternativamente solo ad uno dei due genitori. Le regole INPS per il 2023 impongono che questo beneficio maggiorato si possa ottenere solo nel caso in cui il congedo per la maternità sia terminato entro il 31 dicembre 2023. La mensilità indennizzata all’80% può essere richiesta fino ai sei anni di vita del bambino o bambina.