Quanto si paga all’anno con partita iva forfettaria

Ecco quali sono le percentuali di compensi che i lavoratori non dipendenti sono chiamati a versare con il regime semplificato. Quali sono i vantaggi

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Partita Iva (Foto Adobe – pensioniora.it)

Quando ci si avvia verso la fine del mese, il pensiero sul lato previdenziale è sempre volto alle imminenti consegne dei ratei pensionistici INPS. Come per i mesi precedenti, così per i mesi successivi, l’orizzonte è il primo giorno di apertura degli uffici postali. Almeno per i primi cognomi dell’alfabeto previdenziale: il 1° luglio infatti saranno come di consueto i percettori con le iniziali dalla A alla C ad essere serviti. Non manca l’inevitabile procrastinazione dovuta all’intermezzo della mezza giornata del sabato e di una domenica, con i relativi ritardi per i cognomi fanalino di coda.

Resta però il fatto che sarà una consegna fruttuosa; in altre parole tale mensilità costituisce l’appuntamento tanto atteso per ricevere alcune integrazioni agli assegni. Istituzionalmente parlando, la prima è la quattordicesima INPS. La rata integrativa sarà aggiunta nei cedolini di coloro che hanno compiuto almeno 64 anni di età e sono in possesso di redditi annui che non superano i limiti di 10.992,93 euro, oppure di 14.657,24 euro. Sarà finalmente la volta di ricevere gli incrementi in base agli indici: 1,5%, per i pensionati minimi fino a 75 anni; 6,4% per gli over 75, con l’assegno che approda a quota poco sotto i 600 euro.

Partita iva forfettaria, come si calcolano le tasse 

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Agenzia delle Entrate (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nelle quattordicesime INPS ci sarà spazio per somme aggiuntive, circoscritte alla sola mensilità di luglio, che toccheranno i 655 euro grazie ai ricalcoli legati ai fattori di anzianità contributiva e di reddito. Tali ritocchi tabellari, estesi alle misure economiche, ai sussidi e alle indennità, si concretizzano nei conti correnti in maniera contingentata, a seconda dei margini di disponibilità del credito nelle casse previdenziali. Nel frattempo, infatti, stanno emergendo numerosi conguagli positivi da erogare, per via del noto adeguamento ISTAT e delle variazioni ISEE occorse nel rapporto tra l’aggiunta di redditi e il numero dei componenti all’interno del nucleo.

Per raggiungere la sistematica soddisfazione degli utenti, occorre dunque un sistema ben collaudato di finanziamento delle casse dello Stato. Il principale strumento, a parte le imposte, è rappresentato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Gran parte dei lavoratori e dei pensionati stanno provvedendo alla consegna telematica dei modelli 730, il cui termine ultimo è stato aggiornato dall’Agenzia delle Entrate al 20 luglio 2023. A questo si aggiungono le periodiche rottamazioni delle cartelle esattoriali sui vecchi debiti non riscossi.

Tra i lavoratori dichiaranti, però, non vi sono soltanto i dipendenti (anche quelli con più sostituti d’imposta), ma anche le numerose partite iva. È noto come nel corso degli ultimi anni l’apertura delle partite è aumentato esponenzialmente. Ciò non ha causato da parte anche dei piccoli professionisti un danno economico per il notorio e oneroso impatto che caratterizza il regime ordinario. No, questo non è avvenuto grazie all’elaborazione del cosiddetto regime forfettario delle partite iva. Tale regime favorisce il giovane contribuente tramite l’applicazione di un’imposta unica, pari al 15%, purché i compensi e i ricavi non superino gli 85mila euro annui. Questa sola imposta viene versata al posto delle imposte sui redditi, le addizionali regionali, comunali e dell’IRAP. Per i primi cinque anni di attività, la percentuale dell’imposta da versare diminuisce al 5%, priva del pagamento dell’IRPEF. Certo, non è compresa alcuna forma di detraibilità delle spese. La dichiarazione potrà essere presentata anche oltre il 20 luglio, ma dal 21 al 31 luglio 2023, i pagamenti dovranno comprendere un’integrazione dello 0,40%, calcolata in base al giorno del versamento. Il pagamento delle tasse viene effettuato tramite i modelli F24, e con un piano di rateazione suddiviso in sei rate: la prima, come detto, scade il 20 luglio; la seconda, entro il 21 agosto 2023; la terza rata, il 18 settembre 2023 (anziché il 21 agosto); la quarta, il 16 ottobre 2023 (anziché il 18 settembre); la quinta e sesta rata, rispettivamente il 16 ottobre e il 16 novembre 2023.

 

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