Pagamenti INPS, è successo di nuovo: sta capitando a molti

Ecco quale anomalia sta colpendo le comunicazioni dei pagamenti da parte dell’INPS. Molti utenti non comprendono la derivazione di questi importi

app io notifiche
INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Grazie alle ultime novità della tecnologia, i soggetti non hanno soltanto molte più forme di svago e di divertimento (ci mancherebbe, sono anch’esse utili alla vita) ma anche differenti forme di gestione delle proprie risorse di sussistenza. Difficile, oggi, lasciarsi prendere la mano, ad esempio, sulle spese, senza esserne pienamente consapevoli. Nessuna giustificazione sul piano della consapevolezza, dal momento che le comunicazioni di qualsiasi sorta arrivano rapidamente sotto gli occhi degli interessati.

Basta un piccolo “tap” sul proprio smartphone, dopo che uno squillo ha destato l’attenzione dell’utente. Sono i tempi esatti per non potersela prendere con una qualche lettera non opportunamente recapitata. Il primo insegnamento giunge proprio dall’internet banking, la cui attività pienamente sotto il controllo del correntista offre sia buone (un accredito) sia cattive notizia (un’uscita); il tutto tramite un’app, aggiornata in tempo reale, senza l’inutile mediazione delle vecchie file allo sportello di una banca o di un ufficio postale, e senza le proverbiali perdite di tempo.

Pagamenti INPS, è successo di nuovo: quali ritardi stanno avvenendo

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INPS (Foto Adobe – pensioniora.it

A caratterizzare i servizi erogati da uno smartphone, e dunque da un’app sono le notifiche, entrate nella familiarità di tutti i giorni. Utilissime, evitano agli occhi della persona di stare con gli occhi puntati sul piccolo monitor in attesa di un messaggio più o meno auspicato. Oggigiorno, come molti utenti sanno, le notifiche sono diventate un utile strumento di controllo. Ma non solo; anche di avvertimento. Si pensi alle operazioni di pagamento, e in generale, al contesto delle movimentazioni relative a qualsiasi tipo di giacenze.

Gli stessi istituti di credito consigliano caldamente ai loro clienti che utilizzano le piattaforme online di gestione dei conti correnti, come le piccole giacenze delle carte prepagate ricaricabili, di attivare il cosiddetto servizio “push”, per essere avvertiti di un movimento in uscita non autorizzato. Sarà il chiaro segnale che è in atto una truffa, causata dalla clonazione della carta bancomat o dalla sottrazione di dati sensibili inerenti l’intestatario; pertanto, il tempo, per quanto breve, è sufficiente per contattare la linea d’emergenza dell’istituto di credito per bloccare la carta e ogni altra operazione in corso.

Tale servizio (quello delle notifiche) è stato così mutuato presso altrettanto ambiti di estrema utilità, e non necessariamente derivanti dai servizi offerti da organi privati. Un esempio è dato dall’applicazione IO, installata su numerosi cellulari italiani. La sua ribalta si è avuta sotto l’emergenza sanitaria da Covid-19, quando il governo ha deciso di istituire un servizio di rilevazione dei contagi nell’area frequentata dall’utente in tempo reale; oltre ha rappresentare l'”hub” per la registrazione delle dosi vaccinali effettuate e dell’attivazione dei green pass. Terminato il picco calamitoso dei contagi, il ritorno ad una certa normalità non ha mandato in soffitta l’app, anzi. Questa è stata “riciclata” come un utile servizio di archiviazione delle comunicazione derivanti dagli enti dello Stato a favore del cittadino: dalla possibilità di ricevere la “push” per la scadenza del bollo auto, come il recapito della certificazione unica da parte dell’INPS. In tempi più recenti, con IO è possibile conoscere in anticipo le date di accredito delle misure previdenziale erogate ai richiedenti di sostegni per il reddito. Ecco, da circa un mese queste notifiche non arrivano e gli utenti, oltre a non ricevere per tempo la data di accredito, quando l’accredito si palesa, non se ne conosce in modo chiaro la natura. Ovviamente, è sempre meglio che non ricevere affatto il pagamento, ma per molti è importante programmare le entrate per le personali necessità di vita, tanto più se riguarda l’Assegno Unico, la Naspi o il Bonus Irpef; meglio se corredate da opportuni dettagli. Si tratta di un bug momentaneo a cui i tecnici dell’applicazione stato ponendo rimedio. Pertanto, occorre attendere ancora qualche settimana per il ripristino del servizio.

 

 

 

 

 

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