In molti si chiedono quale sarà l’importo della pensione percepita una volta lasciato l’impiego: cosa bisogna tenere in considerazione e come avviene il calcolo.
Nel 2025, molti lavoratori potranno lasciare l’impiego accedendo ad una delle forme di pensionamento anticipato confermate dal Governo, attraverso la nuova Legge di Bilancio, approvata nei giorni scorsi, o richiedendo la pensione di vecchiaia.
In ogni caso, sarà necessario rispettare determinati requisiti, sia anagrafici che contributivi. Per quanto riguarda quest’ultimi, per richiedere la pensione di vecchiaia sono necessari almeno 20 anni di contributi maturati. La domanda che tutti si pongono è quella relativa all’importo che verrà percepito andando in pensione. A determinare l’assegno sono una serie di fattori, oltre ovviamente l’anzianità contributiva maturata.
Una delle domande più ricorrenti tra i lavoratori, soprattutto fra chi è vicino all’età pensionabile, è quella relativa all’importo che si percepirà una volta lasciato l’impiego accedendo alle varie forme di pensionamento disponibili. A determinare l’assegno sono diversi fattori.
Il primo è sicuramente gli anni di lavoro e se il soggetto abbia iniziato a lavorare prima dopo il 31 dicembre 1995, quando si è passati dal sistema retributivo al sistema contributivo. Il primo teneva conto della retribuzione media degli ultimi anni lavorativi, mentre quello contributivo considera i contributi versati in tutta la vita lavorativa.
In questo caso, è bene, dunque, determinare quanti anni della carriera si riferiscono al sistema retributivo e quanti al sistema contributivo. Inevitabilmente bisogna tenere conto anche della retribuzione percepita dal lavoratore durante la carriera lavorativa.
Tenendo conto di quanto appena detto, proviamo a fare alcuni esempi. Un lavoratore con contributi maturati solo con il sistema retributivo per calcolare l’assegno dovrà tenere conto delle ultime retribuzioni percepite e sommare il 2% di ogni anno.
Prendendo in considerazione un soggetto con 20 anni di contributi ed uno stipendio medio di 20mila euro dovrà considerare il 40% della cifra, ossia 8mila euro lordi l’anno. Con una retribuzione di 50mila euro all’anno e 10 anni di contributi, spetterà il 20%, dunque, 10mila euro lordi l’anno.
Per quanto riguarda il sistema contributivo, invece, è necessario considerare quanto è stato versato per ogni anno di lavorato e successivamente applicare il coefficiente di trasformazione che varia in base all’età di richiesta per il pensionamento.
Ogni anno si versa il 33% delle cifre percepite e successivamente si procede sommando tutto. Infine, si dovrà applicare il tasso di rivalutazione (3,662% per il 2025) sul montante contributivo e applicare il coefficiente di trasformazione. Facendo un esempio, un lavoratore che ha guadagnato 30mila euro l’anno e versato 6.600 euro annualmente (montante contributivo di 198mila euro) percepirebbe di pensione circa 14.400 euro lorda all’anno andando in pensione a 67 anni che salirebbero a circa 15.480 se facesse richiesta di pensionamento a 69 anni.