Alcune professioni, pur essendo lontane dall’immaginario comune, offrono prospettive uniche in termini economici e non solo.
Tra queste spicca il lavoro sulle piattaforme petrolifere, un’attività spesso percepita come faticosa e rischiosa, ma che può trasformarsi in una straordinaria opportunità, come raccontato da Amalie Lundstad, influencer e ingegnere tecnico.
Con oltre 90.000 follower, Amalie ha condiviso la sua esperienza su una piattaforma al largo di Bergen, gettando luce su una realtà che coinvolge circa il 4% della popolazione norvegese.
Il lavoro con cui si guadagna tanto lavorando pochi giorni all’anno
La giornata lavorativa di Amalie comincia in modo poco convenzionale: per raggiungere il posto di lavoro, infatti, prende un volo da Oslo a Bergen, seguito da un trasferimento in elicottero verso la piattaforma petrolifera. Qui rimane per due settimane, alternando turni di lavoro diurni e notturni che iniziano rispettivamente alle 6:45 e alle 18:45. Ogni giornata lavorativa ha inizio con un incontro per l’aggiornamento dei turni, seguito da un giro di controllo della struttura e dalla pianificazione delle attività.
Le sue mansioni vengono svolte in coppia, una prassi che garantisce il rispetto degli elevati standard di sicurezza e consente una migliore gestione della fatica. In qualità di ingegnere tecnico, Amalie è responsabile delle operazioni svolte sulla piattaforma, supervisionando ogni attività con la massima attenzione per prevenire incidenti. I rischi associati a questo tipo di lavoro sono significativi: tra il 2014 e il 2019, negli Stati Uniti, sono stati riportati oltre 400 decessi sulle piattaforme petrolifere. Questo dato sottolinea l’importanza di un approccio estremamente scrupoloso alla sicurezza, un aspetto prioritario per chi lavora in questo settore.
Vivere per due settimane su una piattaforma petrolifera potrebbe sembrare dura in un certo qual modo, ma la realtà è ben diversa. Gli ambienti di lavoro offrono numerose opportunità di svago: dalla palestra alla sala TV, passando per il simulatore di golf, la sala giochi e persino un club dedicato alla realizzazione di coltelli. C’è persino un simulatore di caccia e, per gli amanti del mare, la possibilità di pescare. Tuttavia, il bisogno primario dopo turni impegnativi resta il riposo, fondamentale per affrontare il carico di lavoro.
La convivenza con persone di qualsiasi nazionalità rappresenta poi una ulteriore nota positiva per quanto riguarda la vita sulla piattaforma. Amalie sottolinea come la varietà di culture e background renda l’esperienza ancora più arricchente, nonostante la predominanza maschile tra i lavoratori.
Uno degli aspetti più attrattivi di questo lavoro è senza dubbio il guadagno, che può raggiungere cifre significative grazie alle indennità di turno e alle condizioni di lavoro in mare aperto. Con un compenso annuo che varia tra 900.000 e 1,3 milioni di corone norvegesi (equivalenti a circa 85.000-113.000 euro), il lavoro sulle piattaforme petrolifere si posiziona tra le professioni meglio retribuite, considerando che prevede lunghi periodi di riposo tra un turno e l’altro.
Amalie, ad esempio, sfrutta i 250 giorni liberi all’anno per viaggiare e dedicarsi alle sue passioni, rendendo questa carriera una scelta ideale per chi ama l’avventura e desidera un lavoro stimolante. Secondo la sua testimonianza, nonostante la fatica e le responsabilità, questa professione è una straordinaria opportunità per i giovani in cerca di esperienze lavorative abbastanza fuori dal comune.