La novità nella legge di bilancio giunta in extremis, cosa modifica l’ultimo intervento in tema di pensioni. I particolari.
Come noto il sistema pensionistico italiano prevede numerose soluzioni per quanti concludono la carriera lavorativa. Si parla di anticipi pensionistici come nel caso del sistema delle quote è di scivoli per lavoratori in condizioni particolari, come per l’APE sociale o di facilitazione per alcune lavoratrici con Opzione donna.
Tutte queste misure tuttavia non rappresentano la soluzione principale. Infatti la prestazione che fa da riferimento a tutto il sistema è la cosiddetta pensione di vecchiaia, introdotta ai tempi delle riforma Fornero. Si tratta della misura che consente la pensione al raggiungimento di 20 anni di contributi versati e al raggiungimento dell’età anagrafica di 67 anni. Ma non basta.
I requisiti per le pensioni, i cambiamenti
Come accennato, oltre ai requisiti indicati è necessario che il trattamento pensionistico che si riceve sia pari almeno all’assegno sociale, che nel 2024 è stato di 534,41 euro (ricordiamo che nel prossimo anno la somma crescerà per la consueta rivalutazione annua). Qualora non si raggiungano questi requisiti si devono attendere i 71 anni di età con almeno 5 anni di contributi versati.
Questa soluzione è come detto la principale del sistema previdenziale del Paese. A questa si affianca, per quanti hanno versato i contributi solo a partire dal 1996, la possibilità della pensione anticipata contributiva. Questa si ottiene a 64 anni compiuti, con venti anni di contributi versati e un trattamento pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale, quindi con pensione di circa 1.600 euro al mese.
Le lavoratrici che hanno un figlio possono accedere a questa prestazione con un trattamento pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Ancora meglio per le lavoratrici con due figli che accedono alla pensione anticipata contributiva con trattamento pari a 2,6 volte l’assegno sociale. Se non riesce a raggiungere questa soglia si rischia in un caso come nell’altro di rinviare l’appuntamento con la pensione a 71 anni, un’età ragguardevole.
Ma la novità riguarda proprio le possibilità di sfruttare l’anticipo contributivo della pensione a 64 anni. Le regole accennate delinea un quadro abbastanza severo e difficile da cogliere proprio per l’ammontare elevato del trattamento che si deve avere. Ora con un emendamento presentato proprio sul filo di lana si delinea una possibilità in più per quanti intendono sfruttare questa opportunità, sbloccando quanto deciso fin da ottobre.
Si è introdotta infatti la possibilità di aggiungere a quanto maturato con la pensione dell’INPS, gli importi maturati con i trattamenti integrativi. La somma della rendita integrativa con quella pubblica rende più semplice raggiungere la soglia del trattamento pari a tre volte l’assegno sociale. Per chi sceglie questa modalità gli anni di contributi da raggiungere saranno 25, nel 2029 e 30 nel 2033, rispettando il divieto di cumulo di reddito da pensione con reddito da lavoro.