Cosa succede all’indennità di malattia, si rischia di perdere la somma spettante e non è una situazione da dimenticare.
Quando un lavoratore dipendente si ammala e presenta al datore di lavoro un certificato medico che attesta la sua condizione, è previsto dalla normativa in vigore che riceva la cosiddetta indennità di malattia. Si tratta di un importante riconoscimento che garantisce il lavoratore anche in situazioni difficoltose come quelle legate a un problema di salute.
In genere l’INPS paga dopo i tre primi giorni di assenza dal lavoro per malattia, mentre all’inizio a farsi carico dell’indennità è direttamente il datore di lavoro. Ma occorre fare attenzione, possono esserci della circostanze che bloccano questo meccanismo e si rischia di restare con meno soldi in busta paga.
Il riferimento che bisogna sempre avere in mente è quello fornito dalle regole stabilite dal Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) dell’attività lavorativa svolta. Infatti il rischio una limitazione al pagamento dell’indennità dopo il verificarsi di diverse assenza per malattia. Significa meno soldi in busta paga e niente indennità.
Prendiamo come esempio il CCNL del Commercio. Il dipendente ha la certezza di ottenere dall’INPS un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione per le giornate di malattia che vanno alla quarta alla ventesima. Mentre le giornate a partire dalla ventunesima il lavoratore ha una somma pari ai due terzi della retribuzione. A diritto poi a un’integrazione dell’indennità INPS da parte del datore di lavoro.
Nel dettaglio con questa integrazione si raggiunge il 100 per cento per i primi tre giorni di malattia a carico del datore di lavoro; il 75 per cento per le giornate di malattia che vanno alla quarta alla ventesima e il 100 per cento dalla ventunesima giornata. Ma queste integrazioni sono limitate in alcuni casi specifici che è bene conoscere.
Nel dettaglio l’integrazione per i primi tre giorni spetta al 100 per cento, per le prime due occasioni di malattia dell’anno; al 66 per cento alla terza occasione e al 50 per cento al quarto evento di malattia dell’anno. Ma dal quinto evento di malattia dell’anno, l’integrazione del datore di lavoro per i primi tre giorni di malattia non è più versata e quindi l’indennità di malattia parte solo dal quarto giorno.
Quindi il rischio concreto in caso di eventi di malattia ripetuti nel corso dell’anno è che il dipendente perda l’integrazione per i primi giorni, con un taglio in busta paga da non sottovalutare assolutamente, soprattutto dal quinto evento di malattia in poi.