L’assegno unico ormai ha compiuto quasi due anni. Tuttavia non sempre l’importo è quello che ci si può aspettare.
Da quando l’assegno unico ed universale ha preso il posto degli altri bonus per i figli, è l’INPS che ha completamente tra le mani la situazione. Niente più sostituto d’imposta o datore di lavoro. Niente più assegni al nucleo familiare sulla busta paga. E neanche bonus mamma domani o bonus nascita. Tutto questo è stato inglobato in un’unica misura, da cui si è salvato solo il bonus asilo nido, che continua ad essere in vigore. Da quando è nelle mani complete dell’INPS è già passata parecchia acqua sotto i ponti.
Come tutte le nuove misure prima di andare a regime serve un po’ di tempo. Molti utenti sui social quali INPS per la famiglia lamentano l’assenza dei pagamenti. O gli importi erogati per un figlio e per l’atro no. Difatti l’assegno unico spetta a tutte le famiglie con figli minori ed a carico. Oppure fino a 21 anni ma che siano nel nucleo familiare e che studino.
Dunque l’universalità dell’assegno unico ha fatto sì che chiunque, a prescindere dal reddito, possa richiedere il sostegno mensile per le spese familiari. La discriminante, in cui subentra iil reddito, è l’ISEE. L’indicatore equivalente del reddito del nucleo familiare. Dunque non solo del richiedente, ma dell’intero nucleo familiare. In cui sono compresi redditi da lavoro, immobili, beni mobili e quant’altro.
Per ottenere un documento ISEE in corso di validità si deve sottoscrivere la DSU, la dichiarazione sostitutiva unica. Il Caf o chi per lui poi elaborerà il documento finale. L’indicatore perviene all’INPS, che in base al reddito, e moltiplicando per una scala di equivalenza il numero dei componenti del nucleo familiare, stabilisce l’importo dell’assegno unico, che viene erogato mensilmente per ogni figlio a carico.
Ogni anno il contribuente, per continuare a ricevere l’assegno unico, deve produrre l’ISEE in corso di validità. Nel caso in cui durante l’anno il nucleo familiare subisca delle modifiche al reddito, sia in senso migliorativo che pegggiorativo, il richiedente l’assegno è obbligato a informare l’INPS delle modifiche. L’ente a questo punto provvederà ai ricalcoli dell’assegno per i figli, che potrebbe essere più basso nel caso in cui il reddito della famiglia sia aumentato.
Un altro motivo per il quale l’assegno unico può essere più basso in un determinato anno, è perché in seguito a conguagli l’INPS si è accorta di aver erogato una cifra maggiore del dovuto. Di conseguenza può recuperare l’eccedenza sottraendola tutta in una volta, o spalmandola in diverse tranche mensili. Da ultimo, possono cambiare le condizioni anagrafiche del figlio a carico. Al compimento del 18esimo anno di età la cifra per l’assegno unico da maggiorenne è inferiore.