Ancora dubbi e perplessità per quanto riguarda il mondo pensionistico per il prossimo anno: ecco cosa potrà cambiare
Il governo Meloni sta in queste settimane lavorando alacremente per la nuova Legge di Bilancio 2024 che dovrà contenere, tra le altre cose, la Riforma delle Pensioni. Si tratta di un tema da sempre molto caldo nel nostro Paese che riguarda ogni anno milioni di pensionati e centinaia di migliaia di nuovi pensionati.
Sono proprio coloro che devono lasciare il mondo del lavoro quelli più interessati alla Riforma Pensionistica dal momento che i vari requisiti anagrafici e contributivi variano proprio a seconda delle nuove norme che saranno introdotte. Come potrebbe dunque cambiare lo scenario pensionistico nel 2024? Scopriamolo insieme.
Riforma delle Pensioni: il possibile scenario per il 2024
Il governo Meloni ha dunque ripreso, dopo la pausa estiva, il confronto tra le parti sociali. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già fatto sapere che per la nuova Riforma Pensioni non potranno essere spesi più di 1,5 miliardi, al netto delle risorse da destinare all’indicizzazione degli assegni pensionistici.
Attualmente la possibilità più probabile è che il governo confermi Quota 103 anche per il prossimo anno. La proposta del leader della Lega Matteo Salvini, ovvero quella di introdurre Quota 41, non vedrà alcuno sbocco vista la mancanza di fondi nelle casse dello Stato. La legge Fornero, dunque, non sarà superata nemmeno nel 2024 ma ci sarà una possibile proroga di Quota 103.
Secondo i primi calcoli Quota 41 comporterebbe una spesa stimata di poco più di un miliardo nel 2024 e di 2,2 nel 2025. Si tratta di una spesa troppo alta anche calcolando il fatto che solo un 50% dei neo pensionati potrebbe scegliere Quota 41 mentre l’altra metà potrebbe rinunciare a causa della riduzione dell’assegno legata al calcolo integrale col contributivo.
Con molta probabilità, dunque e come detto, il governo prorogherà Quota 103 che consentirà ai pensionati di lasciare il mondo del lavoro con un anticipo di 5 anni, ovvero a 62 anni invece che a 67 e con 41 anni di contributi. Per il 2024, oltre a Quota 103, dovrebbero essere prorogate anche Opzione Donna per le lavoratrici con 35 anni di contributi e un’età minima di 60 anni se non si hanno figli, e Ape sociale per i lavoratori disagiati.
E’ anche possibile che Ape Sociale ed Opzione Donna vengano accorpate in un’unica misura. Inoltre, allo stesso tempo, i sindacati e una parte della maggioranza vorrebbero un ripristino di Opzione donna nella sua forma originaria, e cioè uscita anticipata a 58-59 anni di età con 35 di contributi per tutte le lavoratrici in cambio di un assegno calcolato con il sistema contributivo e quindi meno cospicuo.
Dal canto suo, invece, Forza Italia vorrebbe un aumento delle pensioni, almeno per le pensioni minime. Se qualche anno fa Silvio Berlusconi aveva lanciato l’idea di quota mille euro per le pensioni minime oggi, il suo partito propone tra i 650 ed i 700 euro mensili. A mettere un freno a tutte queste proposte è la premier Meloni.
E’ proprio la premier a tirare il freno a mano per quanto riguarda la riforma delle pensioni affermando che è “ancora troppo presto per anticipare le misure, misure ancora al vaglio del ministro dell’Economia”. Sicuramente la nuova Legge di Bilancio avrà tra i suoi pilastri il taglio del cuneo fiscale.