Arrivano i decreti che ridefiniscono le regole contrattuali e in materia di edilizia. Ecco come il governo intende agire sul fronte degli interventi abusivi
In diverse Regioni italiane esistono sacche della cosiddetta emergenza abitativa e spesso tale fenomeno è oggetto di veri e propri fatti di cronaca. Nel contesto delle proteste da parte di persone che hanno subito sfratti, o sono nullatenenti e senza un tetto, vi è il richiamo gridato della casa quale diritto inalienabile, al pari del diritto ad lavoro dignitoso scritto nella Carta costituzionale.
Eppure l’urgente necessità di una casa è solo la punta di un iceberg prodotto da una moltitudine di storture sistemiche e di disparità socio-economiche assimilate dal mercato e dai piani delle amministrazioni locali. A quale mercato ci si riferisce? Ovviamente a quello immobiliare; a quel mercato che deve garantire una linearità dei listini e deve evitare scossoni, mantenendo inaccessibili i prezzi degli immobili in zone di pregio o ben servite dai collegamenti cittadini, e abbordabili le valutazioni in aree del tutto sconnesse dal tessuto urbano.
Per l’effetto domino, la difficoltà ad accedere alla compravendita è legata alle porte chiuse per la richiesta di un mutuo, a sua volta priva di garanzie per la mancanza di un’occupazione e uno stipendio stabile, oltre ad altre fonti patrimoniali da cui attingere in caso di restituzione coatta del debito. Il terminale primo e ultimo è rappresentato dunque dalla ricerca di condizioni di vita decorose che consentano tutto il resto.
Nel frattempo però, si registrano nella penisola dati che fotografano un’Italia ricoperta da da una mostruosa colata di cemento. Dove le autorizzazioni comunali spesso sono rilasciate senza i necessari controlli preventivi, e ampie zone di interesse storico e paesaggistico non vengono sufficientemente tutelate dall’orda dell’edilizia irregolare. Al contempo le città mangiano numerosi ettari di verde, mentre persiste la “fame” di abitazioni ad indirizzo popolare.
Talvolta è proprio in corso d’opera che un edificio diventa un abuso edilizio per antonomasia prendendo le fattezze dei non pochi ecomostri presenti nelle vicinanze dei più begli angoli del Belpaese. Ovviamente un intervento parimenti irregolare può essere di ben più modeste dimensioni e impatto; ma sempre in contravvenzione alle norme in materia edilizia: basta infatti un ampliamento appena accennato o l’abbattimento di un muro o l’apertura (o la chiusura) di un accesso, per parlare di abuso edilizio, se non supportato dai permessi rilasciati dagli uffici tecnici del Comune.
Intanto, proprio in materia di abusi e parallelamente di condoni, stanno approdando i decreti redatti dal governo, i quali andranno a modificare alcuni stralci del Testo Unico Edilizia. Oltre alla regolamentazione degli affitti brevi, si procederà ad un nuovo condono edilizio, riguardante solamente le piccole difformità quali: assenza di un regolare titolo edilizio su opere realizzate; abusi su costruzioni risalenti in precedenza alla imposizione del vincolo; interventi che hanno provocato danni limitati ed opere che hanno prodotto un aumento minimo di superficie; se relative a costruzioni con concessioni rilasciate dall’ Autorità. Il tutto mentre sono state snellite alcune procedure autorizzative previste dal Testo Unico.