Sapere quando si andrà in pensione è molto importante dal momento che ci permette di fare due calcoli sull’assegno che ritireremo
Andare in pensione è il traguardo a cui ambiscono tutti i lavoratori, siano essi dipendenti o autonomi. Il pensionamento è infatti salutato con una vera e propria festa da parte di amici e conoscenti e, da quel momento in poi, la sveglia puntata allo stesso orario e il raggiungimento del posto di lavoro saranno solo un ricordo.
Ovviamente sin da subito un lavoratore può capire quando andrà in pensione e con quale assegno pensionistico. In questo articolo di Bonus.it ci focalizzeremo in particolare su chi ha iniziato a lavorare in un determinato anno e quando, di conseguenza, andrà in pensione.
Pensione, quando ci andrà chi versa contributi dal 1996
Come ben sappiamo il mondo pensionistico italiano è regolato da norme ben precise. Dal 1996 è stato introdotto nel nostro Paese il sistema contributivo che ha preso il posto di quello retributivo. Il sistema contributivo incide molto sull’importo dell’assegno e anche sulla data del pensionamento.
Tutti coloro che hanno una anzianità contributiva successiva al 1° gennaio sono i così detti contributivi puri e hanno delle regole diverse di pensionamento rispetto a chi rientra nel regime contributivo o misto. Vediamo dunque quando andrà in pensione una persona che ha iniziato a versare i contributi dal 1996, ovvero un contributivo puro.
Anche questi lavoratori possono accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni e 20 vent’anni di contributi. Rispetto a coloro che rientrano nel regime retributivo o misto, è prevista un’ulteriore condizione per l’accesso alla pensione di vecchiaia: l’importo della pensione risulti non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale che nel 2023 ha un importo di 503,27 euro.
Nessun requisito da soddisfare, invece, per la pensione anticipata dal momento che chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 può andare in pensione al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e tutto indipendentemente dall’età anagrafica.
I contributivi pure, inoltre, possono usufruire di un’opzione riservata per la pensione anticipata. Si tratta di una misura che con 20 anni di contributi consente di anticipare il pensionamento rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, a patto però di poter dimostrare di essersi assicurati un assegno sufficiente per vivere.
In questo modo il contributivo puro può andare in pensione a 64 anni ma solo se durante l’attività lavorativa hanno versato contributi maturando un assegno di importo superiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale. Questa opzione, ad oggi, è riservata a coloro che hanno un assegno non inferiore ai 1.409,15 euro mensili.