Ecco come è strutturata la proposta di Poste Italiane per salvare i consumi dall’aumento delle tariffe energetiche e salvaguardare il conto corrente
Il rovente clima che sta tratteggiando la stagione estiva rappresenta soltanto l’ennesimo capitolo di un’emergenza che non riguarda soltanto l’ambiente. Ad essere in emergenza è uno stile di vita, quello umano, con sempre meno margini di resilienza nei confronti delle dinamiche complessive. Il principio di autorigenerazione della natura è in grado di riparare le peggiori compromissioni del sistema; è solo una questione di tempo. Mentre per gli individui, questo tempo non c’è, sostituito dallo spazio da concedere alle soluzioni.
Il tempo si traduce in un’attesa che inesorabilmente si consuma. In attesa di radicali soluzioni di carattere politico e sociale, ciò che resta, e oltretutto senza soste, riguarda i risvolti economici prodotti dai contingenti eventi storici, compresi eventi di natura bellica. Le soluzioni, dopo un anno e mezzo di crisi energetica deflagrata dal conflitto in Ucraina e gli effetti mutati sul piano dell’inflazione, sembrano assenti su qualsiasi orizzonte, lasciando il posto a provvisori correttivi.
In buona sostanza, la crisi energetica, dal punto di vista dei cittadini, è essenzialmente passata da un foglio di carta: la bolletta del gas. L’effetto si è fatto sentire particolarmente sulle famiglie detentrici di redditi mediamente bassi, generando serie conseguenze che vedono i terminali negli.aspetti di mantenimento e di crescita relativi ai figli. Ovviamente l’impatto sulle imprese con meno risorse di copertura, sono state penalizzate al punto da approdare alla chiusura delle attività o alla riduzione. del personale.
Il riposizionamento degli equilibri energetici sul terreno europeo hanno tranquillizzato – almeno in apparenza – il mercato e le tariffe (generate anche dalla stessa azione speculatrice dei mercati stessi) sono tornate a livelli sostenibili, regolarizzazione in un secondo momento anche le bollette. A partire dallo scorso gennaio, di fronte ad alcuni provvedimenti di sistema (tra cui quello operato in Italia, da Arera) sulle stime inerenti allo scambio di metri cubi, si è però intuito un ulteriore rischio che in effetti si sta concretizzando.
Ciò che sta emergendo riguarda l’effetto domino dei rialzi, “grazie” ad una solida inflazione e alla domanda dei mesi successivi, che sta infettando il settore dell’elettricità. Se si pensa a come sale la domanda di chilowattora nel corso della stagione estiva, attraverso lo straordinario consumo operato dall’elettrodomestico più energivoro come il condizionatore, si comprende come la speculazione dei prezzi si possa manifestare senza alcun preavviso.
In tal senso, alcune società fornitrici hanno raccolto l’antica intuizione delle società telefoniche: proporre una tariffa fissa, in questo caso, sia per gas che per luce. O meglio, è stato il Gruppo Poste Italiane ad attivarsi per creare un precedente nella commercializzazione dell’energia. E lo ha fatto col suo apposito “brand”: Poste Energia. Le offerte migliori ad oggi proposte sono a scadenza: pertanto entro il 14 settembre c’è la possibilità di sottoscrivere una tariffa fissa per 24 mesi.
Per quanto concerne l’energia elettrica: 0,2215 euro per kWh sulla materia prima; 69,1721 euro all’anno, quale prezzo di commercializzazione e vendita (PCV). L’offerta gas è così formulata: 0,864 euro per Smc sulla materia prima; 63,36 euro/anno sul prezzo di commercializzazione e vendita fissa (QVD fissa); prezzo componente commercializzazione variabile (QVD variabile) a 0,007946 euro per Smc. Dopo un anno dalla sottoscrizione, il minor consumo genera un conguaglio positivo recuperato in fattura l’anno successivo, abbassando così la rata.