Bonus edilizi e truffe. Scoperto un nuovo caso milionario che ha avuto come elemento di unione i bonus e i superbonus elargiti alle imprese e ai privati per le ristrutturazioni.
Quando dalla cronaca emergono casi in cui società senza scrupoli hanno deciso di utilizzare le possibilità date dallo Stato non in maniera onesta è sempre un vulnus per tutta la comunità nazionale. Perché non si tratta solo di persone che hanno commesso atti illeciti o reati si tratta di persone che hanno rubato denaro che poteva essere utilizzato invece da altre società perbene e da altri cittadini perbene che magari invece si sono trovati a non poter più usufruire di bonus edilizi proprio perché il denaro è stato dirottato da questi che sono veri e propri criminali. L’ultimo caso in ordine di tempo è stato scoperto dalla Guardia di Finanza nel Sud Italia. Le Fiamme Gialle hanno smascherato un sistema fin troppo oliato che ha portato a crediti pari a oltre 12 milioni di euro per soli bonus facciate, bonus intascati senza aver mai messo su un cantiere.
Il sistema dei bonus con truffa, le indagini a Racale
La Guardia di Finanza si è mossa e ha scoperto una serie di raggiri per i quali sono ora scattati anche i sequestri. Tutto ruota intorno ad una società che ha dichiarato di avere la propria sede a Racale ma con un ufficio anche nella città di Lecce. Gli indagati in tutto sono 33 di cui 21 hanno residenza in vari luoghi del Salento. Ma come si è arrivati ad individuare questa enorme truffa messa in piedi con i bonus e i superbonus edilizi? Tutto è iniziato perché la società che è ora oggetto degli accertamenti da parte delle Fiamme Gialle, ha attirato l’attenzione su di sé.
Il sistema era quello di far figurare di avere eseguito migliaia e migliaia di euro di lavori di ristrutturazione sfruttando proprio i vari bonus concessi dal governo in passato. Ma, ed è questo quello che ha fatto scattare le indagini, la società avrebbe commesso un errore dimostrandosi di essere cessionaria di una mole impressionante di crediti per aver svolto in pochissimi mesi centinaia di interventi di lavoro. In totale, queste sono le analisi fatte dalla Guardia di Finanza, sarebbero stati eseguiti lavori per importi pari a 11 milioni e 280 mila euro.
Beni congelati e sequestro d’urgenza
A seguito di queste anomalie sono stati eseguiti anche alcuni controlli sugli immobili che sarebbero stati oggetto delle ristrutturazioni milionarie ed è emerso che in realtà ovviamente nessun tipo di lavoro è mai stato eseguito. Antonio Pizzi e Antonio Ricci, rispettivamente procuratore e sostituto procuratore che si stanno occupando dell’inchiesta, hanno sottolineato come proprio i rilievi abbiano fatto emergere una “assoluta assenza di qualsivoglia lavoro di ristrutturazione” e in più “una documentazione incongruente con la tempistica di accesso al credito chiuse“. Per questo motivo è stato predisposto il sequestro d’urgenza di 12 milioni e 749 mila euro e c’è anche la richiesta del congelamento di altri beni mobili ed immobili.