Affitto, mutuo: non è mai facile fare questa scelta che il più delle volte è comunque dettata dalla pregressa situazione economica
Quando si lascia la casa dei genitori, perché finalmente si è riusciti a ottenere un buon lavoro e dunque si può andare a vivere da soli, o in caso di convivenza/matrimonio, la prima cosa da chiedersi è se si vuole prendere un appartamento in affitto o accendere un mutuo.
Non tutti però hanno la libertà di scelta. Chi non ha un soddisfacente contratto di lavoro non potrà mai richiedere un prestito alla banca. Ma anche chi può farlo a volte preferisce l’affitto. Quale opzione conviene?
Considerando i tassi dei mutui oggi è una questione davvero delicata. Altroconsumo ha realizzato un’analisi e che dice nel dettaglio ci mostra quali sono le cifre dell’affitto e del mutuo.
I tassi di interesse sono alti per decisione della Bce: è la mossa della Banca centrale europea per far abbassare l’inflazione. Scelta molto criticata e che al momento non sta portando ai frutti sperati.
Secondo una simulazione condotta da Facile.it e Mutui.it, la rata del taso variabile può sfiorare anche i 760 euro, un aumento di oltre il 60% rispetto al 2022 quando un’ipotetica rata era di 450 euro.
Allora è naturale chiedersi cosa conviene, se scegliere un affitto o un mutuo ma i fattori che influenzano la scelta finale sono tanti perché c’è molto di personale. Ricordiamo comunque che per un mutuo bisogna anticipare circa il 20% del costo complessivo della casa, più altre spese procedurali che sono comunque abbastanza alte (notaio, atti burocratici, ecc…).
Lo studio di Altroconsumo ha preso in considerazione diverse città italiane e ha suggerito la zona, il costo medio d’affitto e ipotesi della rata di un mutuo considerando i dati odierni.
Vediamo alcuni esempio: Milano – Farini: costo casa medio di 240mila euro e il capitale mutuo pari a 192mila euro. La rata di fitto è di 1000 euro mentre quella del mutuo 862 euro. Dopo trent’anni di fitto il costo è di 360mila euro mentre il costo del mutuo dopo 30 anni (compreso altri cosi come l’anticipo e l’agenzia) è di 365.520 euro; la differenza è quindi di 5.520 euro.
Ad aumentare non sono solo le rate dei mutui ma anche i fitti mensili. I proprietari che ad esempio hano ristrutturato casa con il Bonus 110%, hanno appartamenti rinnovati e dunque chiedono di più.
A questo punto sembra valere sempre la vecchai diceria: siccome bisogna pagare comunque ogni mese, vale la pena accendere un mutuo, così dopo 25-30 anni si è proprietario della casa. Ma c’è il grosso problema tipico italiano, la mancanza di lavoro e l’assenza di contratti stabili e ben retribuiti.
Come detto, ci sono tante cose da valutare. Chi paga un mutuo in un condominio si deve fare carico delle spese di manutenzione, lavori che si realizzano anche una volta all’anno.
L’inquilino dunque non ha di questo problemi, deve sborsare di meno ma per anni paga per un immobile che non è suo. Non mancano casi in cui chi è in affitto è anche proprietario di un’altra casa dalla quale percepisce uno affitto che gira al proprio proprietario. Insomma, conviene sempre comprare casa, ma dopo attente riflessioni.