Come comportarsi in caso di debiti non rimorsabili con il Fisco? Esiste una possibilità per evitare di finire sul lastrico
Trovarsi in una condizione di debito con un soggetto privato o nei confronti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione non è certamente una condizione facile da affrontare. Può causare ansia, paura, malesseri psicologici e fisici da non sottovalutare ed è certamente uno stato di salute da non sottovalutare. Il pericolo immaginato è quello del pignoramento della casa o degli ultimi risparmi, dello stipendio o della pensione.
Purtroppo non sono rari i casi di gesti estremi portati avanti con lucidità e determinazione da persone disperate, alle prese con problemi che appaiono insormontabili dovuti a errori, a eccessiva fiducia negli investimenti, a valutazioni sbagliate fatte in buona fede, ma che causano posizioni gravi nei confronti dei creditori. Le vicissitudini della vita non sempre sono favorevoli e un azzardo fatto in un momento positivo può avere risvolti imprevisti molto negativi.
Basta pensare al dipendente che attiva un mutuo per la casa di famiglie e improvvisamente viene licenziato e quindi impossibilitato a onorare i debiti con la banca. Una scelta fatta in buona fede, un tentativo di migliorare la propria condizione, ma che in circostanze avverse può creare problemi enormi. E la disperazione può spingere a gesti estremi.
Non è un caso che la norma preveda proprio una via di uscita in casi di sovra-indebitamento, si tratta della legge “salva suicidi” che consente di avvalersi di procedimenti di indebitamento eccessivo non saldabile e non essere schiacciati da un peso eccessivo di debiti ed esposizioni finanziarie. Questa legge può essere un grande aiuto nei casi più difficile, consentendo di eliminare tutti i debiti senza alcun pagamento.
Tuttavia un intervento legislativo del genere è previsto esclusivamente in casi molto particolari, quando il debitore non è assolutamente in grado di saldare i propri debiti, in una condizione di impossibilità oggettiva, in articolare non deve avere un lavoro e non deve possedere un patrimonio. Non solo, il soggetto non deve essere nelle condizioni fisiche per trovare un’occupazione che consenta di rientrare dal debito. Quindi le condizioni devono essere realmente estremamente difficili.
Nel caso che il debitore sia proprietario di un bene, ma questo non abbia valore sufficiente per coprire il debito, la corte può decidere di tagliare il debito, fino all’80 per cento in situazioni drammatiche. Si può dire che chi per un qualsiasi motivo non riesce a saldare un debito e non ha un patrimonio che possa essere liquidato per il rientro è considerato “sovra-indebitato”.
Stessa condizione chi non potrà essere in grado di pagare in futuro anche immediato, anche se non è ancora insolvente. Come accennato la situazione classica del dipendente che ha sempre versato la rata del mutuo, ma che improvvisamente perde il lavoro. In un caso del genere il debitore ha la possibilità di attivare le procedure per sovra-indebitamento, se si trova nelle condizioni di non poter pagare le quote successive del mutuo.
Il debito che viene così cancellato al debitore in buona fede è una procedura denominata “esdebitazione” e consente proprio l’eliminazione del debito almeno parzialmente per evitare le conseguenze più tragiche.