Fattura elettronica, doppia scadenza in arrivo: le date

Cosa sta per cambiare per la fattura elettronica, ecco le date da tenere a mente per una scadenza molto importante

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Partita iva (Foto Adobe – pensioniora.it)

Tempo di scadenze per quanti utilizzano la fatturazione elettronica. Si tratta di date introdotte anche con il Decreto Legge Semplificazioni convertito con la legge 122 del 2022 che ha ridefinito diverse scadenze per i titolari di partita iva. Ricordiamo che le verifiche sono iniziate da qualche mese, a maggio per la precisione proprio in vista delle scadenze in arrivo.

I controlli riguardano tanto il primo trimestre che il secondo (con importo della fatturazione inferiore ai 5mila euro nel primo trimestre e importo complessivo del primo semestre inferiore a 6mila euro). Ma quali sono le prime date da ricordare? Il pagamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche è stato il 31 maggio per il primo trimestre con importi superiori ai 5mila euro. Vediamo le altre.

Fattura elettronica le date da ricordare

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Modello F24 (Foto Adobe – pensioniora.it)

Invece per l’imposta di bollo relativa al primo trimestre ma con importi inferiori a 5mila euro la scadenza è il 30 settembre 2023, stessa data se l’importo complessivo del primo semestre non supera tale cifra. Quindi per la scadenza del 30 settembre occorre calcolare anche gli importi relativi anche al secondo semestre dell’anno, consultando e modificando, se necessario, i dati on line dell’Agenzia delle Entrate.

Entro il 10 settembre i titolari di partita iva con fatturazione elettronica devono verificare quante fatture hanno già assolto il bollo e quante no. Il sito dell’Agenzia riporta gli elenchi da verificare e da modificare per le fatture con bollo ancora dovuto. Il 30 settembre poi si dovrà saldare l’imposta di bollo, ma solo per coloro che per il primo e il secondo trimestre devono un importo superiore ai 5mila euro.

Negli altri casi la scadenza è il 30 novembre, al termine anche del terzo trimestre dell’anno. Per pagare si può indicare l’Iban dove sarà addebitato il saldo dovuto oppure si potrà usare il modello F24 con i codici predisposti dall’Agenzia delle Entrate. Quindi si prospettano de à calcoli da affrontare con attenzione, ma che se eseguiti correttamente renderanno immediata la possibilità di saldo del dovuto. Ma che cosa succede in caso di versamento non effettuato alla scadenza oppure incompleta?

In caso di mancato pagamennto cosa accade

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Agenzia delle Entrate (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nella situazione di un omesso pagamento o di un errore o di un versamento incompleto, l’Agenzia provvede a inviare una comunicazione telematica via PEC (Posta elettronica certificata) che contiene tutte le informazioni del caso, necessarie al contribuente per correggere la situazione. Nello specifico riporta l’importo esatto dovuto, comprensivo di sanzione e interessi da pagare (sanzione ridotta a un terzo con il ravvedimento operoso).

Ci sono 30 giorni di tempo per il contribuente per fornire tutti i chiarimenti del caso e completare i pagamenti mancanti o non corretti. Se invece scaduti i 30 giorni non si effettua il versamento richiesto dall’Agenzia delle Entrate, l’importo sarà definito a ruolo a titolo definitivo e quindi non resta che attendere l’arrivo della cartella esattoriale.

Si ricorda che con il ravvedimento operoso c’è la possibilità di regolarizzare i pagamenti di imposte omessi, insufficienti o tardivi pagando delle sanzioni in misura ridotta, in modo proporzionale al tempo che passa tra la violazione degli obblighi tributari e il saldo con ravvedimento operoso.

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