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Pensioni

Quali novità per le pensioni, comprese quelle al minimo

Ecco che cosa aspettarsi per le pensioni nelle prossime settimane, potrebbero esserci delle buone notizie per alcuni titolari al minimo

Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Si prosegue a discutere di riforma della previdenza in Italia, ma la possibilità di archiviare l’impianto del sistema Fornero appare al momento molto difficile, anche per autorevoli membri della maggioranza di governo. Le condizioni economiche complicate con una diminuzione del pil pari allo 0,4 per cento nel secondo trimestre dell’anno in corso, il nodo irrisolto del crollo delle nascite e la situazione precaria di parte del mondo del lavoro rendono arduo il cammino di un’amplia riforma delle pensioni.

Più semplici le modifiche di alcune prestazioni già in vigore dal superamento di quota 41 alla conferma di quota 103 per il prossimo anno, da Opzione donna che potrebbe non essere riconfermata anche per lo scarso uso nella sua modalità attuale all’Ape sociale rafforzata per alcune categorie di lavoratori. Prospettive  invece migliori nel campo delle pensioni minime, ma vediamo qualche particolare incoraggiante per gli assegni più bassi.

Pensioni al minimo che prospettive ci sono

Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il prossimo anno, oltre al normale adeguamento dei trattamenti in base all’andamento dei prezzi in costante salita e con limitazioni per gli assegni più alti, sono in vista aumenti per le pensioni minime con lo scopo di andare la soglia dei 600 euro mensili per avviarsi almeno verso i 650-670 euro a mese. Traguardi più ambiziosi che mirano ai 1.000 euro mensili sembrano non concretizzabili nel breve periodo.

L’adeguamento delle pensioni ci sarà anche il prossimo anno con il sistema degli scaglioni con una rivalutazione competa solo per gli assegni previdenziali fino a 4 volte (nel 2023 pari a 2.101,52 euro lordi al mese) il trattamento minimo. Invece per gli scaglioni più alti l’adeguamento si contrae tra l’85 e il 32 per cento del tasso di inflazione segnalato dai tecnici dell’Istat.

All’inizio di quest’anno la rivalutazione è stata del 7,3 per cento, mentre l’inflazione reale è stata calcolata all’8,1 per cento. Perciò sarà recuperata la differenza non riconosciuta. L’aumento dei prezzi previsto per il 2023 sarà circa del 5,5 per cento. Con la somma di questi due adeguamenti, la pensione minima comunque arriva ai previsti 600 euro. Oggi la quota di pensione minima dell’Inps è di 572,20 fino ai 75 anni  e di 599,82 per gli ultrasettantacinquenni.

Altri informazioni sui rialzi dei trattamenti minimi

Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

Oltre a questi solti adeguamenti annuali, ci sarà l’incremento del 2,7 per cento previsto dal governo per tutti i pensionati per il 2024, al di là dall’età anagrafica. La cifra dell’assegno minimo sarà così di circa 615 euro al mese. Anche se alcune forze politiche della maggioranza chiedono di arrivare al traguardo dei 700 euro mensili. L’accordo potrebbe essere trovato intorno ai 670 euro al mese per la pensione minima del prossimo anno.

Per il resto alcune delle prestazioni più discusse di quest’anno da Opzione donna a Quota 41 potrebbero essere riìdimensionate o addirittura uscire da novero delle possibilità concesse ai lavoratori. Al contrario altre misure come Quota 103 e Ape sociale (destinata a disabili, disoccupati di lungo corso e addetti e a mansioni gravose e ususranti) sarebbero confermate. In particolare qust’ultima forma di accompagnamento alla pensione potrebbe essere rafforzta con l’aumento delle occupazioni che godono di questa possibilità.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano