Beffa bonus trasporti: cosa è successo

Puntualmente le richieste hanno superato le attese scontentando centinaia di potenziali beneficiari. Ma una nuova iniziativa potrebbe invertire la delusione

termine richiesta bonus
Bonus Trasporti (Foto Adobe – pensioniora.it)

Secondo la fantascienza di cinquanta, ma anche di ottant’anni fa, gli esseri umani avrebbero dovuto attraversare, già da vent’anni, le loro città con l’ausilio di mezzi volanti, visione quasi certa dell’automobile. Non è dato sapere se si sarebbe superato il concetto di trasporto pubblico, ma è bello comunque immaginare un autobus con quattro motori jet al posto dei pneumatici.

Nel frattempo che il sogno progettuale delle smart city si realizzi e recuperi il tempo perduto nella competizione con la realtà, nonché si fremi per il teletrasporto, si continua a vivere nel mondo fatto non solo di auto saldamente poggiate sull’asfalto, ma anche delle lunghe attese e dei ritardi dei mezzi pubblici che sembrano rimandare più all’omnibus che al futuro rivoluzionario.

Beffa bonus trasporti: molti rimasti fuori dal beneficio

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Bonus Trasporti (Foto Adobe – pensioniora.it)

Non possiamo fare altro che migliorare il mondo che oggi si sta vivendo. Magari a partire dalla sostenibilità ambientale: lasciare l’auto in garage, rinunciare al veicolo per un tratto relativamente breve e per un utilizzo “solitario” e recarsi alla fermata dei bus o entrando in metropolitana. Questo è il messaggio che viene spesso richiesto dalle amministrazioni locali al quale i cittadini solo parzialmente rispondo favorevolmente.

La contestazione più frequente riguarda il fatto che i mezzi adibiti a trasporto pubblico sono spesso insufficienti e senza manutenzione, oltre a registrare continui ritardi. La replica: i ritardi sono dovuti al traffico provocato dai cittadini che non rinunciano al trasporto privato. In realtà, la cosiddetta svolta green promossa da molti Comuni prevedeva il coinvolgimento del trasporto pubblico, affiancato dalla deterrenza all’uso delle proprie quattro ruote (forme di pedonalizzazione delle strade, blocchi del traffico a targhe alterne).

Beffa bonus trasporti: possibilità di recupero?

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Bonus Trasporti (Foto Adobe – pensioniora.it)

La visione pubblica più aggiornata vuole che si vada verso il potenziamento del car sharing, inizialmente per regolamentare con ragionevole certezza il numero dei veicoli in aree particolarmente “calde” e delicate come i centri storici; successivamente, per affidare lo spostamento dei privati a mezzi a trazione esclusivamente ibrida o elettrica. Resta il fatto che nei precedenti mesi, anche lo Stato ha tentato di incentivare il cambio delle abitudini inquinanti, giocando la carta del bonus trasporti.

A margine degli incentivi tout court non bisogna dimenticare che i costi sostenuti per l’acquisto dell’abbonamento al trasporto pubblico godono della detraibilità della spesa nel contesto della dichiarazione dei redditi. Ma se ciò non basta c’è il Bonus Trasporti. È andato letteralmente a ruba a partire dal click day del 1° settembre 2023, con orario di apertura all’accaparramento alle ore 8 del mattino.

Sono bastati 69 minuti per esaurire il contributo massimo di 60 euro, messo a disposizione dal Ministero dei Trasporti sul suo sito dedicato, per l’acquisto di un abbonamento annuale o mensile per treni e mezzi pubblici. Si è trattato dunque di uno sconto a favore di famiglie, giovani studenti, lavoratori e pensionati in possesso di un reddito ISEE fino a 20mila euro. Se molti potenziali beneficiari non hanno fatto in tempo a richiederlo e sono rimasti fuori, non debbono disperare. A breve potrebbe aprirsi un’ulteriore finestra per le richieste residue: quella del 1° ottobre 2023, ad iniziare sempre alle ore 8.

 

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