Ecco quale procedura assolutamente legale possono adottare i genitori che stanno acquistando l’immobile evitando le onerose spese di uno studio notarile
Oggigiorno risulta sempre più complicato rendersi autonomi. Si sta parlando del giovane che che affronta l’aspetto professionale della vita e le dinamiche inerenti al suo futuro. Di fronte ad un fronte di crisi senza tregua, non soltanto le prospettive economiche vengono inesorabilmente limate, ma anche una percezione del futuro tutt’altro che propositiva danneggia il senso di iniziativa e la volontà dell’individuo.
Certamente le ultime crisi economiche, prima sospinte dalla emergenza sanitaria dei contagi da Coronavirus, poi dall’escalation bellica in Ucraina che dall’energia ha trasferito il collasso nell’ambito economico, hanno prodotto le loro ripercussioni nella condotta quotidiana di spesa di ogni cittadino, compreso quello più svantaggiato. L’inflazione è stata e rappresenta tuttora il fattore di riscontro dell’incisività degli aumenti riguardante ogni giorno.
L’inflazione si è tradotta nei consumi tramite l’innalzamento dei prezzi sui beni al consumo, il generalizzato aumento del costo della vita, la riduzione della capacità di spesa. Quest’ultimo fenomeno è stato intercettato in ordine temporale da alcune misure istituzionali a supporto della spesa relativa ai beni di prima necessità. In senso più ampio esse vanno ad aggiungersi al vecchio Reddito di Cittadinanza e agli odierni strumenti sostitutivi, oltre ad altre iniziative economiche collaterali.
Ad ogni modo, l’inflazione ha colpito indirettamente (e pesantemente) il settore immobiliare. Il contrasto alla componente inflazionistica ha previsto, nello scorso autunno, l’aumento dei tassi di interesse quale canonica forma di contrasto. Cio non ha potuto non intaccare le rate sulle preesistenti restituzioni dei mutui, come i passi indietro circa la richiesta di finanziamenti, siano questi ultimi a tasso fisso o variabile. Le rate hanno sfiorato, infatti, un incremento mensile pari a 250 euro.
Le generalizzate scarse prospettive future che accompagnano il percorso di crescita di un figlio, finiscono per incidere sui fisiologici orizzonti di autonomia. Quando si parla di rendersi autonomi, il primo pensiero va alla decisione di lasciare la casa di famiglia per trasferirsi presso una propria abitazione. In passato, la busta paga di una solida occupazionale avrebbe aiutato nel blindare le garanzie di un prestito per l’acquisto della casa.
Attualmente, di fronte a forme contrattuali ibride e flessibili fino alla precarietà, l’input di acquistare una casa giunge dai genitori stessi, se i risparmi di famiglia sono ovviamente sufficienti. A meno che si opti per alcune non rare alternative, come l’ampliamento dell’immobile di famiglia con la successiva suddivisione interna, oppure, al contrario, la divisione di una parte immobiliare appartenente ad una casa molto grande per trasformarla in un piccolo appartamento.
Altrimenti sono spesso i genitori che curano la ricerca di un mutuo e ne garantiscono la restituzione. Anche loro però desiderano risparmiare in questi frangenti di pesanti spese: una fra tutte quella relativa al notaio che si occupa della stesura e della registrazione di un regolare e legale contratto di compravendita. È possibile, seguendo una particolare procedura: quella della donazione indiretta.
Il contratto viene intestato al figlio, ma a pagare rimarranno i genitori, su cui graverà solamente la regolarizzazione dell’atto di donazione. In alternativa, c’è la soluzione dell’usucapione, ma i genitori devono dimostrare che il figlio ha preso possesso dell’immobile in maniera costatante da almeno 20 anni. Non è un notaio, bensì un mediatore dell’autorità giudiziaria a redigere l’atto; il notaio si occuperà soltanto successivamente dell’autentica delle firme: ma si tratta di spese esigue.