Il governo Meloni ha preso una nuova decisione per quanto riguarda lo smart working: ecco cosa cambierà da ottobre
La pandemia da Covid – 19 è fortunatamente, ad oggi, solo un ricordo. Nelle nostre menti resteranno indelebili i due anni in cui il virus ha messo in ginocchio il mondo intero, portando la morte ed il collasso non solo della sanità ma anche dell’economia. Per fronteggiare il virus, prima dell’arrivo dei vaccini, sono stati dichiarati vari lockdown.
Durante il periodo dei lockdown le attività commerciali non essenziali sono state chiuse e si invitavano le persone ad effettuare spostamenti solo strettamente necessari. E’ stato durante questo periodo che in Italia abbiamo appreso una nuova parola straniera: lo smart working, ovvero il lavoro a distanza, da casa.
Smart working: ecco cosa cambia da ottobre. La decisione del governo
Durante la fase più acuta della pandemia, ovvero quella contrassegnata dai lockdown, la maggior parte dei lavoratori della Pubblica Amministrazione sono finiti in smart working. Tradotto in italiano come lavoro agile o lavoro a distanza, lo smart working consisteva, appunto, nel lavorare da casa tramite pc.
E’ stato questo il caso del lavoro degli insegnanti che ogni giorno si collegavano con i propri alunni per le lezioni scolastiche. Anche numerose aziende hanno optato per questa tipologia di lavoro che, poi, è cessata già a partire dallo scorso anno. Nonostante ciò, per tutto l’arco del 2023, molti lavoratori hanno continuato a lavorare a distanza: parliamo dei lavoratori fragili e di tutti i genitori che hanno a carico figli fino a 14 anni.
Lo scorso mese di giugno il Movimento 5 Stelle aveva presentato al Senato un decreto in cui veniva chiesta la proroga dello smart working proprio per i lavoratori fragili e lavoratori under 14. La richiesta di proroga, però, non è stata accettata dal momento che anche l‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato la fine della pandemia.
Sulla scia di quanto appena detto che il governo Meloni ha detto stop al lavoro agile già a partire da questo autunno. Tra poco più di un mese, e precisamente ad ottobre, altri 800mila lavoratori fragili dovranno tornare a lavorare in ufficio. La notizia dell’abolizione dello smart working è stata riportata dal quotidiano Il Messaggero.
Sulle pagine del quotidiano si legge che il Dl Lavoro, dello scorso 1° maggio, ha prorogato dal 30 giugno al 30 settembre il termine per l’accesso allo smart working semplificato da parte dei dipendenti, del pubblico e del privato, considerati fragili”, spiega il quotidiano romano. Il conto alla rovescia interessa circa 800 mila persone in totale.
Tutto questo, però, non significa che a partire dal 1° ottobre i lavoratori fragili dovranno dire per forza addio al lavoro da remoto. I lavoratori fragili, al pari degli altri dipendenti, potranno infatti stipulare con il dirigente incaricato “degli accordi individuali in linea con quanto previsto dal piano di organizzazione del lavoro dell’azienda o dell’amministrazione pubblica in cui prestano servizio”.
Ricordiamo, infine, che per lavoratori fragili si intendono coloro che hanno una marcata compromissione della risposta immunitaria, i pazienti in attesa di un trapianto d’organo, chi ha una patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi o mielosoppressivi o che è a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure.