Potrebbero arrivare presto degli arretrati per questi pensionati, vediamo chi sono i titolari di questi trattamenti
In questi giorni si parla di nuovo di aumenti delle pensioni minime Inps e di adeguamenti sulla base della crescita dell’inflazione. Alcune voci indicano in 650-670 euro il traguardo da raggiungere per i trattamenti al minimo, anche se al momento non ci sono certezze in tal senso. Gli incrementi sicuri sono quelli legati al recupero della differenza non riconosciuta quest’anno tra inflazione annunciata e calcolata per le rivalutazioni (7,3 per cento) e l’8,1 per cento realmente registrato.
C’è poi la perequazione annuale che potrebbe essere del 5,5 per cento e l’incremento temporaneo per il 2024 deciso dal governo per tutti trattamenti del 2,7 per cento a prescindere dall’età dei pensionati. Se queste cifre saranno confermate, gli assegni minimi dovrebbero arrivare intorno ai 615 euro, da aumentare almeno fino ai 650 euro secondo le richieste di alcune forze di maggioranza.
Ma la discussione non riguarda esclusivamente i trattamenti di tipo previdenziale al minimo, ma anche quelli assistenziali primi dei quali i trattamenti di invalidità. Nel corso dell’anno i titolari di queste prestazioni non hanno goduto dei aumenti straordinari del minimo, accontentandosi delle consuete perequazioni annuale all’inflazione registrata provvisoria.
Ma molti richiedono per gli invalidi un ritocco sostanziale che preveda, oltre alla rivalutazione al costo della vita, anche il versamento dell’incremento temporaneo del 2,7 per cento. Anche per i trattamenti per gli invalidi comunque ci saranno gli arretrati della differenza tra tasso di inflazione provvisorio e quello definitivo, valutata nello 0,8 per cento. In più appare certo l’adeguamento al carovita 2023 indicato al 5,5 per cento.
Più incerta l’eventuale rivalutazione straordinaria del 2,7 per cento. Le simulazione di calcolo danno degli aumenti complessivi di circa 48 euro rispetto agli assegni iniziali. Ecco un esempio per l’indennità di accompagnamento di invalidità civile che per il 2023 è pari a 527,16 euro. Con il conguaglio della rivalutazione 2023 (pari allo 0,8 per cento) per 12 mesi, l’indennità cresce di 4,2 euro per arrivare a 531,38 euro.
Su questa somma si calcola la rivalutazione del 5,5 per cento (pari a circa 29,22 euro), raggiungendo così 560,60 euro. Infine se a questa cifra si dovesse aggiungere la perequazione straordinaria del 2,7 per cento (pari a circa 15,14 euro), l’assegno finale sarebbe di 575,74 euro.
Mentre per le rivalutazioni dovute al tasso di inflazione 2023 e al conguaglio dello scorso anno non ci saranno problemi, per l’incremento straordinario le cose non sono così sicure, in considerazione della scarsità di risorse a disposizione, come recentemente ribadito dal dicastero dell’economia e finanze.
Le rivalutazioni al carovita interesseranno non solo l’indennità di accompagnamento, ma anche le altre prestazioni di invalidità come la pensione per i ciechi (assoluti e parziali), l’indennità di comunicazione per sordomuti, l’indennità mensile di frequenza minori, l’indennità di accompagnamento ciechi civili assoluti, l’assegno sociale.
Quindi le questioni riguardanti gli incrementi al minimo degli assegni previdenziali e assistenziali è appena all’inizio con spinte contrastanti con lo spauracchio dei conti pubblici da non appesantire. Purtroppo le risorse disponibili non sono molte e diverse richieste non saranno esaudite proprio per non gravare eccessivamente sulla spesa complessiva dello Stato, anche nel settore assistenziale.