La cessazione del contributo non avviene soltanto per il termine delle erogazioni ma anche per la eventuale caduta di questo requisito. Di cosa si tratta
Spesso e volentieri il mese di settembre finisce per essere il mese degli aumenti, dopo un agosto caratterizzato – parzialmente – dalla stasi dei prezzi, con i consumatori in vacanza che hanno per tempo affrontato i consueti rincari dell’organizzazione dei viaggi e degli spostamenti. Nel frattempo, più o meno in sordina, una spesa piuttosto impattante come quella del carburante è stata alterata dalla rinuncia al taglio delle accise sui prezzi del carburante, portando specialmente la benzina, poco sotto il muro di tolleranza dei 2 euro al litro.
Dunque, non sarà stata una sorpresa per gli automobilisti in ferie, in corsa sull’autostrada; tantomeno è stata accettata di buon grado. Parallelamente, c’è chi ha preso atto di questo e di molti altri cambiamenti, senza trasferire di un metro lo spirito delle ferie o dell’estate agostana rispetto al proprio domicilio urbano. Non pochi cittadini, infatti, sono rimasti ancorati ai canonici lidi della vita a causa della mancanza di risorse da spendere (eredità di un anno e mezzo di crisi economica).
Una buona fetta di cittadini è rimasta a casa, e non soltanto per un ipotetico cambiamento delle abitudini che ruotano intorno alle vacanze. D’altronde il potere di acquisto è in sofferenza anche dal punto di vista dello svago, oltre nell’ottica commerciale delle necessità. In sostanza, però, tutte le condizioni di disagio economico che hanno caratterizzato prima l’inverno e poi stagione primaverile ed estiva, sono impercettibilmente mutate alla prova dei fatti.
La resilienza dei Paesi europei di fronte agli eventi bellici che narrano la quotidianità sul territorio ucraino, poco ha modificato sul piano dell’effetto corrosivo dell’inflazione applicato ai redditi delle famiglie, specialmente quelle meno avvantaggiate. D’altro canto, la cronaca istituzionale e politica tanto della primavera quanto dell’estate, è stata assorbita dai cambiamenti che hanno come oggetto il Reddito di Cittadinanza.
In effetti, delle modifiche radicali, del subentro delle nuove misure di supporto, si sa quasi tutto; quel “quasi” è tratteggiato dal fatto che nessuna conferma è arrivata dalle decisioni conclusive da parte del Consiglio dei Ministri, tangenzialmente messe in sospeso dalla pausa estiva. Il mese di settembre sarà infatti il mese in cui si darà inizio alle erogazioni delle due misure sostitutive, appartenenti al pacchetto della MIA (misura di inclusione attiva).
Si sta parlando del Supporto Formazione Lavoro (SFL) e dell’Assegno di Inclusione (AdI). I due strumenti sono destinati alle categorie scaturite dalla nuova suddivisione della platea di interessati, ossia – rispettivamente – i soggetti occupabili e i soggetti non occupabili. Per molti percettori del RdC, la settima e ultima mensilità è terminata tra giugno e luglio, mentre per altri agosto rappresenta l’ultima competenza; per altri ancora, i pagamenti proseguiranno ancora per un poco, prima della cessazione al 31 dicembre 2023.
Di fatto, i controlli che da diversi mesi, l’INPS sta effettuando sui percettori hanno messo in evidenza omissioni e difformità nei dati già presenti negli archivi. Esse riguardano perlopiù errori nei dati relativi alla residenza. Attenzione, anche per queste ragioni, oltre che per la naturale scadenza del RdC, il percettore può ricevere il canonico sms di sospensione dei pagamenti. Il problema è però risolvibile: basta inviare l’aggiornamento dell’ISEE, e quindi una seconda dichiarazione sostitutiva, e una nuova domanda RdC.