Che cosa accade in caso di bollette non pagate, gli avvisi che precedono il distacco dell’utenza quanti sono
Può capitare a chiunque di dimenticare le bollette e non saldare alla scadenza. Come può succedere che, per un qualunque evento, non arrivi regolarmente entro la data dovuta. Non per forza deve essere una scelta consapevole, causata da una difficoltà economica, d’altra parte sempre più frequente con i rincari energetici degli ultimi mesi.
Purtroppo malgrado la presenza dei bonus sociali per le bollette a sostegno delle famiglie in condizioni di disagio economico sempre di più sono coloro che non riescono a pagare le bollette delle utenze. E in caso di mancato pagamento di una bolletta che sia del gas come dell’energia elettrica il rischio di interruzione e distacco del servizio sono concreti, Vi sono tuttavia procedure e tempi che i fornitori sono obbligati a seguire prima di effettuare tagli nel servizio.
Bollette insolute gli avvisi prima del distacco
In caso di bolletta non saldata arriva al cliente una comunicazione di sollecito da parte del fornitore. In genere questa lettera è spedita qualche giorno dopo la scadenza per dare al cliente un po’ di margine per pagare la somma dovuta. Si può definire una specie di avviso bonario con cui la compagnia ricorda il mancato versamento. Questa lettera non è quella conclusiva, infatti in caso di ulteriori giorni di ritardo nel pagamento, l’azienda che fornisce il servizio spedisce al cliente una raccomandata con avviso di ricevimento.
In questa lettera sono presenti informazioni più importanti per il moroso. Intanto la data di scadenza entro la quale dovrà essere saldata la bolletta. A questo proposito va sottolineato che il termine per l’interruzione del servizio segue delle precise indicazioni di legge. Nel particolare deve essere maggiore di 20 giorni dalla data di emissione della comunicazione e superiore a 15 giorni dalla data di spedizione della raccomandata al cliente.
La raccomandata riporta altre informazioni da tenere a mente: l’indicazione di telefono, fax, email o Pec per dare modo al cliente di comunicare l’avvenuto saldo; la data in cui verrà interrotto il servizio in caso di mancato pagamento; la possibilità di avere una diminuzione fino al 15 per cento della potenza massima della fornitura (dopo 15 giorni dalla diminuzione del servizio, questo sarà in ogni modo fermato). In pratica il cliente è messo in mora e rischia il distacco dell’utenza.
Il taglio del servizio di fornitura
A questo punto il rischio di distacco della fornitura è reale. Bisogna valutare che è sufficiente una bolletta non pagata per correre in questo pericolo, dopo la spedizione delle comunicazioni. In più si deve ricordare che nel mercato libero sono le condizioni contrattuali determinate dal fornitore a indicare i tempi della sospensione del servizio e ciò vale per l’energia elettrica che per il gas.
Con la messa in mora, quindi, il cliente rischia di vedersi staccata la fornitura, se al termine della procedura per il recupero del credito la fattura non risulta regolarmente pagata. È sufficiente quindi una bolletta non pagata, per ritrovarsi nella condizione di messa in mora e se non si salda entro i termini previsti, il taglio è inevitabile con tutte le conseguenze che si possono immaginare.