Se non subentra la prescrizione, il mancato pagamento della tassa di possesso può indurre alla ricezione della cartella fiscale. Quali sono i fattori
Tra le tante modalità di viaggio che gli italiani abbracciano quando si tratta di raggiungere le località di mare o comunque di villeggiatura, nel contesto delle ferie e delle vacanze estive, vi sono i viaggi low cost sia per aereo che per pullman, grazie alle compagnie che negli ultimi anni hanno abbattuto notevolmente i costi grazie ad una strategia commerciale particolarmente efficace. Non soltanto giovani viaggiatori con un budget da spendere con parsimonia, ma oramai intere famiglie (di varie età) si cimentano in prenotazioni notevolmente anticipate pur di tagliare le tariffe di trasporto (sempre meno sostenibili).
Ma di certo una tradizione dura a morire è quella del viaggio in automobile, specialmente se si tratta di restare nei confini nazionali e di raggiungere la terra d’origine o l’annuale località di vacanza. Un percorso niente affatto rilassante, dal momento che le ferie rappresentato l’apice dell’affollamento autostradale nelle consuete settimane di Ferragosto. Tale condotta impone che prima di mettersi in viaggio non si badi soltanto all’organizzazione dei bagagli, quanto piuttosto ad un’accorta manutenzione del veicolo.
L’automobilista sa di anticipare la chiusura estiva di un’officina per revisionare il mezzo ed evitare dunque di incappare in un guasto meccanico nel bel mezzo della rete autostradale nazionale. Ovviamente, prima di attraversare la penisola, è bene che si badi a controllare che la patente di guida, bollo auto e polizza assicurativa siano regolarmente validi entro i termini di scadenza (almeno fino alla data del ritorno).
D’altronde, questi essenziali documenti per la guida debbono risultare in corso di validità in caso di controllo durante un posto di blocco da parte delle forze dell’ordine, altrimenti oltre le conseguenze d’ordine civile molto gravi, vi sono serie conseguenze penali. Il bollo auto, ad esempio, se scaduto, vi sono tre anni di tempo per pagarlo (con sanzioni annesse); successivamente ai 3 anni dalla scadenza, può arrivare la prescrizione.
La prescrizione è un atto che può approdare non prima che l’inadempimento del bollo auto sia tramutato in una cartella esattoriale. Attenzione, però: in base a quella che l’attuale rottamazione delle cartelle esattoriali, ossia la Rottamazione quater, questa tipologia di debito non è inclusa né tra lo stralcio se fino a mille euro né nella scontistica se supera i mille e fino a 3mila euro.
Come recepito da una recente sentenza della Corte di Cassazione, se il contribuente non fai ricorso all’intimazione di pagamento presso la Commissione Tributaria Provinciale competente, l’atto non assimila automaticamente i termini ordinari della prescrizione entro i 10 anni. Affinché il debito sia prescritto, la cartella di pagamento deve essere notificato al contribuente dopo i 3 anni dalla scadenza del bollo auto.
Nel frattempo, l’importo aumenta per via dell’aggiunta delle sanzioni: esse sono pari allo 0,1% per ogni giorno di ritardo, se versato entro i 15 giorni di scadenza. Le sanzioni si attestano all’1,67% se il ritardo supera i 30 giorni e fino a 90 giorni; ma bisogna considerare che andranno versati anche gli interessi di mora; dopo i 3 mesi e fino ad un anno dalla scadenza, la sanzione finirà per ammontare a 3,75% sulla base dell’imposta originaria da versare.