Il governo Meloni ha approvato la nuova Riforma Fiscale che comprende delle importanti novità che riguarda anche le cartelle esattoriali
Lo scorso 4 agosto la Camera ha approvato il Decreto Legge per la Riforma Fiscale messa a punto dal governo Meloni. Sono tanti i punti della riforma e, i più importanti, riguardano l’IRPEF, l’IRES, l’IRAP e l’IVA. Si tratta di cambiamenti che mirano a modernizzare e rendere più equo il sistema fiscale italiano.
Tramite il decreto il governo Meloni vuole anche stimolare la crescita economica e contrastare l’evasione fiscale migliorando i rapporti tra lo Stato ed i contribuenti. A cambiare saranno anche le cartelle esattoriali, vero incubo per i contribuenti italiani. Vediamo allora cosa cambierà a partire da gennaio 2024 con la Riforma Fiscale.
Cartelle esattoriali, cosa cambia con la Riforma Fiscale
Una delle novità principali della riforma fiscale riguarda la velocizzazione delle cartelle esattoriali che, di fatto, sarà notificata in tempi più brevi. Questa operazione passa per un altro obiettivo, ovvero quello di rendere il conto corrente del debitore “trasparente” all’amministrazione finanziaria. In questo modo si può sapere in anticipo se ci sono fondi sufficienti per coprire il debito.
C’è anche, però, una nota positiva per quanto riguarda i debitori dal momento che potranno beneficiare di una rateizzazione molto più conveniente, con un numero maggiore di rate a loro disposizione per estinguere il debito. Vediamo ora tutte le novità nel dettaglio della Riforma Fiscale riguardo le cartelle esattoriali.
Fino alla fine dell’anno l’Agenzia delle Entrate potrà emettere accertamenti esecutivi che riguardano IRPEF, IRES, IVA e IRAP. Con la riforma fiscale questa procedura sarà estesa anche alle imposte indirette come l’imposta di registro o i tributi ipotecari e catastali. Questo porterà alla scomparsa della cartella esattoriale come la conosciamo oggi.
Oggi la cartella esattoriale ha un anno di validità, dopodiché, nel caso in cui il debitore non ha pagato, si procede alla notificazione di un ulteriore atto: l‘intimazione di pagamento. La Riforma Fiscale allungherà questo termine: l’esattore non effettuerà nuove notifiche dopo un anno. Questo porterà ad una riduzione dei casi in cui si dovrà notificare un’intimazione di pagamento.
L’Agenzia delle Entrate avrà poi solo nove mesi per recuperare il credito e, se il debitore non riuscirà a pagare, allora la cartella esattoriale sarà definite inesigibili. Il tutto passerà, come detto, dalla trasparenza del conto corrente del debitore: in questo modo l’Agenzia delle Entrate conoscerà in anticipo quanto denaro è presente sul conto corrente del debitore anche tramite una interazione con le banche.
Questo nuovo sistema renderà i pignoramenti più facili ed efficienti dal momento che non sarà più necessaria l’autorizzazione del giudice per effettuare il pignoramento e le banche forniranno in tempo reale i dati utili per il pignoramento stesso. Quello che la Riforma Fiscale punta a fare è superare il ruolo: per farlo la riforma potrebbe estendere l’avviso di accertamento o la notifica dell’atto direttamente al debitore e rendere la procedura di riscossione molto più veloce.
La Riforma porterà anche alla fine dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione che sarà accorpata all’Agenzia delle Entrate. In questo modo i tempi di attesa per i contribuenti saranno molto più ridotti rispetto ad oggi evitando anche ritardi burocratici.