Questi sono i motivi che porteranno nel mese di settembre ad un aumento dei ratei pensionistici. Ma non saranno coinvolti tutti gli anziani percettori
Il mese di agosto è oramai congedato, e con esso anche la maggior parte delle vacanze e delle ferie degli italiani. Ciò che invece prosegue dopo soltanto pochi e brevi stop sulle attività è l’intenso lavoro dell’INPS. Esso sembrerebbe rimandare ai promemoria che le scadenze del calendario rammentano ai cittadini in qualità di utenti e percettori. Certo, per qualcuno prosegue solamente un’abitudine sebbene accettata con fatica: basti pensare, ad esempio, al pagamento di una delle rate relative all’imposta Irpef che nel bel mezzo della metà di settembre non bisognerà dimenticare se non si vuole incappare nell’aggiunta di interessi e penali.
Il pagamento dell’imposta Irpef è relativo agli importi stabiliti dalla dichiarazione dei redditi presentata tra giugno e luglio. Dunque, a meno che non si sia provveduto ad un esborso in un’unica rata dell’intera somma estrapolata dai modelli 730 trasmessi. Ed una di queste rate è sicuramente caduta ad agosto, con l’impegno di saldarla tramite il modulo F24, prima di partire per le vacanze. Il ritorno a casa, come si deduce, ha presentato le medesime circostanze.
Certo, la crisi deflagrata lo scorso anno fa sentire i suoi contorni economici e non si sono fatti attendere le conseguenze anche sul lungo termine: è una condotta prolungata quella dell’aumento del costo della vita, che nella parentesi estiva non ha fatto mancare la sua presenza nei rialzi su tutti i servizi inerenti viaggi e alloggi ricettivi. Inoltre, chi ha raggiunto la località estiva in auto si sarà sicuramente accorto della sorpresa che ha caratterizzato il Ferragosto: ovverosia l’aumento delle tariffe sui carburanti, specialmente con una punta sensibile per quanto riguarda la benzina.
Torna, dunque, lo spettro sul superamento del muro dei 2 euro al litro. Si tratta della conseguenza della rinuncia al taglio delle accise sui carburanti da parte del governo Meloni. Parallelamente, agosto è stato il mese dello “stop” del Reddito di Cittadinanza, in attesa che dal 1° settembre, entrino in funzione i nuovi strumenti di sostegno, quali il Supporto Formazione Lavoro (SFL), destinato ai soggetti occupabili, e l’Assegno di Inclusione (AdI) per i soggetti non occupabili.
L’arresto di un mese, che per molti ha significato la definitiva cessazione dei pagamenti decretata tramite una comunicazione sms da parte dell’INPS agli utenti interessati, ha portato un certo malcontento nei percettori al punto da sfociare nelle proteste che si sono svolte nel corso di questi mesi estivi. Intanto, dal 1° settembre, nel contesto della cornice della nuova tornata delle pensioni, alcuni ratei si contraddistingueranno proprio per l’aumento degli importi.
Oggetto di questi rialzi sono finalmente le pensioni minime, in attesa degli adeguamenti ISTAT previsti dalla legge di bilancio 2023. Il “guadagno” si tradurrà in una maggior entrata dell’importo netto, grazie ai due indici applicati sulle minime: 1,5% in più per i pensionati fino 75 anni; +6,4% per i pensionati over 75. Per i secondi, si realizza dunque un rateo che d’ora in poi si attesta a poco sotto i 600 euro al mese. Inoltre, sarà l’occasione per acquisire i primi rimborsi del credito d’imposta legato alla dichiarazione dei redditi: si parla di importi per oneri deducibili, spese detraibili e le somme Irpef eccedenti, versato nell’anno precedente.