Alcuni importi difformi versati ai beneficiari verranno successivamente segnalati per correggere gli errori tramite gli strumenti di comunicazione già noti
Fra pochi giorni, le porte del mese di settembre verranno inaugurate non soltanto dal ritorno – per così dire – alla normalità della routine quotidiana dopo la pausa estiva di Ferragosto, ma anche dalla ripresa del calendario previdenziale. Come di consueto, l’INPS è impegnata nel primo appuntamento di ogni mese, rappresentato dalla tornata delle consegne dei ratei pensionistici presso gli uffici postali.
Da un lato – molti pensionati sono inclusi – il mese presenta il pagamento della rata successiva inerente il pagamento dell’imposta IRPEF secondo gli importi stabiliti dalla presentazione della dichiarazione dei redditi avvenuta entro la fine di giugno. Dall’altro lato, proprio questo dato è importante per registrare alcune novità che l’appuntamento previdenziale degli anziani percettori porta con sé.
Nel calendario pensionistico di soli quattro giorni (analogamente al mese di agosto), si aggiungeranno i cedolini aggiornati delle pensioni minime. Ciò si traduce nell’aumento a quasi 600 euro mensili degli assegni intestati ai percettori sopra i 75 anni di età. A giustificazione di ciò è finalmente l’aggiornamento ISTAT in base agli indici di inflazione e dei consumi, annunciato sin dal varo della legge di bilancio 2023.
Entrando nei particolari, la rivalutazione apporta l’applicazione di due indici di rialzo: quello dell’1,5% per i pensionati minimi fino a 75 anni; l’incremento del 6,4% per i contribuenti over 75, i quali, come detto, si ritroveranno un rateo poco al di sotto di 600 euro ogni mese. Ma quello della competenza di settembre è un rateo che vede l’inclusione, ancora per i pensionati minimi, dei rimborsi INPS legati al credito d’imposta, scaturito da oneri deducibili, spese detraibili, eccedenze IRPEF sborsate lo scorso anno.
Al contempo, l’ente previdenziale sta riprendendo le verifiche in atto dall’inizio di quest’anno, le quali, oltre alle rivalutazioni, verranno prese in esame eventuali omissioni e difformità legate ai percettori tout court di pensioni, sussidi e indennità. In particolare, ad essere sottoposte ai controlli sono le liste dei beneficiari relative alle misure di sostegno. Non poteva pertanto essere esclusa la più rappresentativa e onnicomprensiva, dalla realtà dei pensionati a quella dei lavoratori: l’Assegno Unico a sostegno delle famiglie.
Le verifiche tengono conto delle rivalutazioni di adeguamento sulle competenze come per quelle arretrate (in via di recupero nel corso dell’apertura delle varie finestre di pagamento). A queste si aggiungono i fattori sul numero dei componenti familiari, visto che l’AUU viene erogato ad ogni figlio minore o disabile a carico. Ma il numero dei membri è necessario per stabilire il reddito familiare e dunque si valuta l’attestazione ISEE acquisita dall’INPS nel corso della presentazione della domanda.
È in tale contesto che possono emergere difformità ed omissioni con la situazione reale circa il reddito e il dato patrimoniale di famiglia. Nel corso dei controlli, però, le erogazioni proseguono, generando quelli che formeranno i conguagli (sia in senso positivo sia in senso negativo). Una volta rilevato l’errore, l’ente potrà richiedere all’intestatario della misura della dichiarazione aggiuntiva. In primis, l’aggiornamento dell’ISEE, tramite la trasmissione di una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), la quale può avvenire tramite un CAF intermediario o presentandosi direttamente all’ufficio territoriale INPS. L’Istituto comunicherà la richiesta di aggiornamento inviando un messaggio sms al numero dell’utente interessato.