Le tempistiche sono la chiave per non perdere il regolare turno di riscossione del rateo mensile a sostegno delle famiglie. Come occorre procedere in queste fasi
Prima che milioni di italiani si fossero spostati per le vacanze, si è assistito ad un’intensificazione dei pagamenti relative alle somme che vengono elargite secondo le competenze dell’INPS. Sì, in effetti, non è facile trovare la correlazione tra gli aiuti che evidentemente seguono le difficoltà di diversi contesti familiari e il momento clou dello svago estivo; se non fosse che gli aiuti economici vadano intesi quale contributo per energizzare la spesa, e dunque i consumi.
Nei mesi precedenti ad agosto è stato possibile richiedere un “bonus vacanze”; certo, tale strumento non è stato indirizzato indistintamente, ma in particolare ad alcuni figli dei dipendenti pubblici. Tanti altri incentivi hanno cercato di stimolare la circolarità dell’economia, alla maniera di come, durante lo scorso, somme integrative si sono aggiunte per sostenere spese relative al riscaldamento.
A parte le contingenze legate a particolari acquisti, quando si parla di INPS, non ci si può non riferire a quei contributi legati alle condizioni pratiche nell’ambito della sussistenza di una famiglia. Condizioni che nel corso dell’ultimo anno e mezzo hanno indubbiamente ricevuto un’ulteriore spallata dalla crisi economica innescata dagli eventi bellici in Ucraina. La scarsa azione della diplomazia è bastata per far crollare immediatamente le tariffe nel settore energetico dei mercati europei.
Assieme alle bollette (specie del gas), sono venuti i tasselli del domino caratterizzante il costo generalizzato della vita. A fare da stura all’innalzamento della spesa, l’inflazione ovviamente. Il fattore inflazionistico ha trasmesso la sua forte azione erosiva sui redditi dei cittadini più svantaggiati, e il pericolo più grande si è esteso al rischio consumi, in particolare sulla rischiosa potenzialità di colpire gli acquisti dei beni essenziali.
Come è noto, sono susseguite integrazioni una tantum, prima di approntare sul piano istituzionale un piano di adeguamento delle entrate dei cittadini, e quindi sia sul piano delle pensioni che su quello delle retribuzioni. Sempre con riferimento ad una determinata soglia reddituale. Sul piano familiare, invece, sono stati apportati alcuni interventi di rafforzo legati alla misura principale in tale contesto: l’Assegno Unico per le famiglie.
Al pari del contesto legato al Reddito di Cittadinanza, anche nell’Assegno Unico erogato dall’INPS ai nuclei con figli minori o disabili a carico, l’ente ha proceduto all’applicazione dell’adeguamento degli importi in base all’indice dei prezzi al consumo stabiliti dall’ISTAT. Il fattore del numero dei componenti familiari e soprattutto la variazione del indicatore ISEE sono tra i principi regolatori dell’AUU.
Tra l’altro, fino ad ora il contributo mensile destinato a ciascun figlio è stato regolarmente erogato anche in presenza di omissioni e difformità. I controlli che si sono avvicendati negli ultimi mesi hanno evidenziato casistiche che hanno prodotto conguagli positivi, come, al contrario, somme da restituire da parte dei percettori. Nella casistica negativa, l’INPS può richiedere al soggetto coinvolto ulteriore documentazione, in particolare una nuova Dichiarazione sostitutiva unica (DSU), corretta e senza difformità, trasmessa tramite un CAF intermediario o presentandola all’ufficio INPS di riferimento. La mancata correzione comporta l’applicazione degli importi minimi dell’AUU.