I lavoratori che guadagnano almeno 1.400 euro al mese lordi possono andare in pensione anticipata: ecco il motivo ed i dettagli
In Italia ci sono attualmente 18 milioni di persone che hanno lasciato il mondo del lavoro per godersi la tanto attesa pensione. Si tratta di persone che hanno smesso di lavorare dopo aver raggiunto determinati requisiti anagrafici e contributivi e che ogni mese si vedono accreditare, o vanno a ritirare, l’assegno pensionistico.
Per il 2023 sono varie le possibilità per pensionarsi. Innanzitutto con la pensione di vecchiaia che permette di lasciare il lavoro a 67 anni con 20 anni di contributi. Poi il governo Meloni ha prorogato per tutto l’anno sia Quota 102 che Ape Sociale che Opzione donna, tutte forme di pensionamento anticipate.
Quello che molti lavoratori non sanno è che possono lasciare prima il mondo del lavoro se percepiscono uno stipendio mensile lordo di almeno 1.400 euro. Questo è possibile per alcune regole che sono presenti nel sistema contributivo italiano, le stesse regole che, però, a volte, non permettono nemmeno di lasciare il lavoro a 67 anni con 20 anni di contributi, cosa che invece non accade nel sistema misto o retributivo.
Andare in pensione anticipata con 1.400 euro di stipendio lordo è una misura che rientra nel sistema contributivo e permette di andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi. Tutti coloro che non hanno contributi a qualsiasi titolo versati prima del 1996 possono avere la pensione anticipata di 3 anni in anticipo rispetto ai requisiti classici di pensione di vecchiaia.
Possono quindi lasciare il mondo del lavoro in modo anticipato coloro che hanno compiuto 64 anni e hanno il primo contributo versato dopo la fine del 1995. Ovviamente resta il nodo dello stipendio che non deve essere inferiore a 1.400 euro lordi dal momento che vige il limite delle 2,8 volte l’assegno sociale.
In altre parole questo significa che la pensione a 64 anni può essere concessa 64+20 che non deve essere inferiore a 503,27 moltiplicato per 2,8. 503,27 è l’importo dell’assegno sociale INPS per l’anno 2023. Dobbiamo però sottolineare, ancora una volta, come se da un lato la pensione contributiva può giungere con 3 anni di anticipo, ovvero a 64 anni, dall’altro lato non è certa nemmeno per coloro che hanno compiuto 67 anni.
La pensione di vecchiaia si prende infatti sempre a 67 anni e con almeno 20 anni di contributi, il primo versato prima del 1995, a prescindere dall’importo della pensione che sarà poi erogata mensilmente. Per quanto riguarda i contributivi, invece, la pensione di vecchiaia alla stessa età e con la stessa carriera si potrà avere solo con un assegno lavorativo pari o superiore a 755 euro.
Nel caso in cui l’assegno dello stipendio sia inferiore a 755 euro allora slitta tutto a 71 anni. Questo accade perché, oltre a venire meno l’importo minimo della pensione, viene meno anche il vincolo dei 20 anni di contributi (a quella età ne bastano 5 di anni di contributi).
Per quanto riguarda il mondo delle pensioni, però, le novità potrebbero non finire di certo qui dal momento che il governo Meloni è già al lavoro per la Legge di Bilancio 2024 che conterrà una nuova Riforma delle Pensioni. Per conoscere tutte le novità dobbiamo aspettare la fine dell’anno.