Ci sono dei modi per far si di avere un assegno pensionistico più alto a fine mese? Ecco i consigli pratici a riguardo
Arrivare alla pensione è sicuramente uno dei traguardi più ambiti dai lavoratori. Dopo decenni di duro lavoro e di sacrifici lasciare il mondo del lavoro per dedicarsi alla vita sociale, a viaggiare o solo a riposarsi è davvero una grande soddisfazione. Ovviamente coloro che sono in pensione percepiscono, ogni mese, l‘assegno pensionistico, risultato dei contributi versati durante gli anni di lavoro.
Nel nostro Paese quello delle pensioni è da sempre un tema molto caldo che mantiene l’attenzione non solo dei più anziani ma anche dei giovani: a seconda dei governi che si succedono cambiano, infatti, le norme ed i requisiti per lasciare il mondo del lavoro. Ad essere preoccupati per lo scenario pensionistico sono proprio i giovani che vedono la pensione come una meta difficilmente raggiungibile.
Sono tanti i giovani e gli adulti che attualmente lavorano ma che sono preoccupati per la loro situazione pensionistica. La pensione è davvero un miraggio e anche il suo importo potrebbe essere molto inferiore a quello che crediamo. Sin da subito ci sono degli accorgimenti da seguire per far aumentare la pensione e tutelare il nostro futuro pensionistico.
La prima cosa da fare è tenere sotto controllo la nostra situazione contributiva: per farlo bisogna andare sul sito dell’INPS, accedervi, e controllare i contributi versati. Questa consultazione è ad oggi molto importante dal momento che la pensione non si basa più sul sistema retributivo ma proprio su quello contributivo.
Un modo per aumentare la pensione è quello di riscattare gli anni di laurea. Questo meccanismo consiste nel convertire gli anni trascorsi all’università in anni utili per l’anzianità contributiva che, sommati a quelli di lavoro, permettono di andare in pensione prima. Il riscatto della laurea può essere avanzato in qualsiasi momento dal momento che non è soggetto a nessun termine.
Un altro metodo per avere l’assegno pensionistico più alto è quello di sottoscrivere fondi di previdenza complementare. Con il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo i tassi di sostituzione delle pensioni obbligatorie si sono ridotti, giungendo a circa il 55% per alcune categorie di lavoratori. Per questo motivo il TFR diventa la principale fonte di finanziamento per le forme pensionistiche complementari.
La previdenza complementare offre molti vantaggi tra cui la deducibilità dei contributi versati, le anticipazioni, riconosciute all’aderente nel corso del periodo di accumulazione, calcolate sull’intera posizione individuale maturata e con regole più flessibili, una gestione più attenta al proprio profilo di rischio e all’età anagrafica, nonché le agevolazioni fiscali delle prestazioni maturate. Ricordiamo, però, che l’obbligo della contribuzione datoriale scatta solo a seguito della scelta del lavoratore di finanziare la posizione con contributi a proprio carico oltre che con il versamento del TFR.
Un ultimo caso riguarda, infine, coloro che, nel corso della loro vita, hanno svolto diverse mansioni e che quindi hanno contributi in gestioni previdenziali diversi. In questo caso la pensione sarà la somma di tutti i contributi: tale operazione può essere fatta tramite la totalizzazione, la ricongiunzione ed il cumulo.