L’Agenzia delle Entrate sta per inviare migliaia di lettere alle partite iva, vediamo quali sono quelle coinvolte e le spiegazioni
La stagione estiva si avvia a conclusione e riprendono in pieno tutte le attività fiscali e amministrative dell’Agenzia delle Entrate. Oltre alle scadenze che sono programmate per i prossimi giorni e che coinvolgeranno milioni di contribuenti, sono in arrivo migliaia di comunicazioni ai titolari di partita iva.
Le motivazioni di questa operazione va ricercato nel Testo unico delle imposte dei redditi (DPR numero 917 del 22 dicembre) con cui vengono ridisegnate parte delle norme fiscali su tributi e tassazioni. Ma quali sono i dettagli di questa comunicazione. In questo caso non si tratta di lettere di compliance (lettere nelle quali sono riportate delle anomalie rinvenute nella dichiarazione dei redditi) ma missive a una categoria specifica di partite iva.
Il Testo unico delle imposte sui redditi indica che le partite iva inattive da troppo tempo debbano essere chiuse d’ufficio. Sono circa 800mila quelle inutilizzate da almeno 3 anni e che questo motivo potrebbero essere eliminate. Infatti secondo la legge l’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di intervenire in simili situazioni (partite iva che negli ultimi 3 anni non hanno prodotto redditi di impresa o di lavoro autonomo e che non hanno presentato dichiarazioni iva).
Quindi le partite iva non attive degli anni 2019, 2020 e 2021 saranno sotto il controllo dell’Agenzia per verificarne la situazione. Come accennato a fine dello scorso mese di luglio ben 800mila sono quelle che evidenziano le caratteristiche per essere chiuse d’ufficio. Tuttavia per dare modo ai titolari di chiarire la loro posizione, l’Agenzia sta provvedendo all’invio di specifiche comunicazioni con l’avviso del rischio di chiusura.
Il contribuente ha 60 giorni di tempo per definire la sua posizione, spiegando le motivazioni dell’inattività ed evitando così la cessazione. Le lettere però coinvolgono anche un parte di imprese e professionisti per i quali è emerso un profilo di “grave e/o sistematica evasione e inadempimento fiscale“. Nello specifico si tratta per lo più di partite iva “apri e chiudi”, create soltanto per una specifica attività, a volte illecita, e abbandonate al momento del pagamento delle imposte.
Sotto analisi dei tecnici del Fisco più di 500 attività, per circa 2 miliardi di fatture emesse, per anomalie soggettive con operazioni economiche rilevanti. Nello scorso degli ultimi mesi ne sono state già chiuse oltre 1.200 individuate con i sistemi di controlli incrociati. Nel caso di profili di rischio accertati non sarà possibile evitare la cessazione. Soluzione alternativa aprire una nuova partita iva e presentare una fideiussione di almeno 50mila euro o di un importo proporzionato alle violazioni commesse.
Si tratta indubbiamente di una stretta decisa in un settore che purtroppo registra spesso l’apertura di profili fiscali con il solo scopo di effettuare attività poco lecite, se non addirittura truffe vere e proprie. L’invio delle lettere sta iniziando e impiegherà diverso tempo per concludersi. Ai titolari in buona fede con attività ferme da lungo tempo non resterà che definire la propria posizione ed evitare così la chiusura d’ufficio della partita iva.