Buone notizie per chi deve andare in pensione ed è nato entro il 1964: ecco che cosa cambia a partire da quest’anno
Andare in pensione rappresenta il traguardo più alto da raggiungere per chi, dopo decenni di duro lavoro, riesce finalmente a godersi il meritato riposo. Ogni anno lasciano il mondo del lavoro centinaia di migliaia di persone che devono destreggiarsi tra nuove norme e requisiti sia di età che contributivi.
Quello pensionistico è da sempre uno dei temi caldi al vaglio dei governi che si susseguono e la Riforma delle Pensioni è da sempre un nodo molto complicato da sciogliere. Per ultimo il governo Meloni ha introdotto Quota 102 ed ha prorogato sia Ape Sociale che Opzione Donna come forme di pensionamento anticipate.
Una delle prossime riforme che potrebbero riguardare il mondo delle pensioni fa capo a Quota 96 che consentirebbe di lasciare il mondo del lavoro a 60 anni, ovvero a coloro che sono nati entro il 1964. Se Quota 96 venisse davvero varata allora si lascerebbe il mondo del lavoro a 60 anni e con 35 anni di contributi accumulati.
Come funzionerebbe Quota 96? Il funzionamento della Quota 96 utilizza anche le frazioni di anno visto che se sommiamo 60 anni di età e 35 anni di contributi arriviamo a 95 e non a 96 anni. Chi ha 60 anni e 5 mesi, ad esempio, per poter andare in pensione una volta introdotta di nuovo questa misura, ci andrebbe solo di fronte a 35 anni e 7 mesi di contributi versati. Come sarebbe possibile il pensionamento con 61 anni e 9 mesi di età e 35 anni e 3 mesi di contributi.
Oltre a Quota 96 ci sarebbero anche le altre misure che, ad oggi, consentono di lasciare il mondo del lavoro sempre a 60 anni di età nel 2024. Tra queste figurano, ad esempio, le pensioni anticipate ordinarie che, essendo distaccate dai limiti di età, consentono un pensionamento così anticipato. In questo caso bastano 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini ed un anno in meno per le donne.
Continuerà, poi, a vivere, anche “Quota 41” riguarda invalidi, disoccupati, chi svolge lavori gravosi e caregivers. Queste persone possono andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi versati. Inoltre, per le donne, c’è anche Opzione Donna: le donne possono andare in pensione con 60 anni di età se sono invalide o caregivers; nel caso in cui abbiamo due o più figli possono invece andare in pensione a 58 anni.
Nel caso in cui la donna ha avuto un solo figlio può anticipare l’uscita dal mondo del lavoro a 59 anni mentre, se disoccupate o alle prese con aziende in crisi, l’uscita è sempre a 58 anni. E per tutte Opzione donna prevede una carriera di 35 anni di versamenti.
Infine resta in vigore la pensione di vecchiaia con invalidità specifica, bastano 56 anni di età e 20 anni di contributi. Ma anche l’80% almeno di disabilità specifica certificata dalle commissioni mediche dell’INPS. Insomma, sono davvero tanti i modi per lasciare attualmente il mondo del lavoro.
La possibile introduzione di Quota 96, poi, permetterebbe ad altre centinaia di lavoratori di lasciare in anticipo il mondo del lavoro, potendo così godere della pensione ancora in giovane età.