Una volta che l’inadempimento del pagamento sui debiti ha oltrepassato la scadenza ultima, il pignoramento è inevitabile. Ecco cosa verrà risparmiato
È utile ripassare qualche istruzione prima di partire. O meglio, si tratta di poche e semplici cautele, ma essenziali per vivere in tranquillità i giorni delle ferie e delle vacanze. Soprattutto se si sta lontano da casa per un bel po’, appunto. Insomma, una buona organizzazione e preparazione sono il miglior preludio al successo di una vacanza. A cominciare dal momento in cui si sta ancora a casa.
Sì, perché mentre si sta per chiudere il trolley, si mettono le ultime cose nel bagaglio, si controlla, un’ultima volta, se ci sono tutti i documenti necessari e i biglietti per il viaggio, la cassetta postale potrebbe non essere l’alleata migliore per l’agognata serenità. Se l’animale domestico è già in custodia dal fidato vicino o da amici, ecco che invece ci si potrebbe ritrovare in mano con una bolletta da pagare.
In fondo, nulla di strano, né di anomalo. Chi ha posto l’addebito automatico sul conto corrente, può godersi senza pensieri la spiaggia o la montagna; l’importo verrà saldato all’istante. Altra faccenda, se alla fattura si accompagna il bollettino postale: insomma, se la scadenza di pagamento combacia con uno dei giorni fuori porta, è bene non aspettare il rientro e anticipare il pagamento del bollettino presso l’ufficio postale.
Sarebbe davvero sgradevole, per una mancanza di scrupolo, rischiare di aprire la porta della propria abitazione e ritrovarsi di fronte al distacco di un’utenza domestica. In fondo, un medesimo ragionamento potrebbe essere seguito nel caso in cui si riceve all’ultimo minuto un avviso di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Pochi dubbi, occorrerà pagarlo, evitando il pericolo di successive intimazioni.
Non è un buon esercizio quello di portare alla lunga un debito, specialmente se si tratta di somme che sono esigite dallo Stato; e il modo migliore che lo Stato possiede per rientrare di quei numeri in maniera bonaria con il contribuente, è l’invio della cartella esattoriale. Certo, può accadere che il contribuente incontri la positiva contingenza della rottamazione, come l’attuale Rottamazione quater, che stralcia i debiti 2000-2015 sotto i 1.000 euro e annulla sanzioni e interessi (oltre ad una comoda rateazione) sui debiti tra i 1.000 e i 3.000 euro.
Chi ha aderito al piano entro lo scorso 30 giugno, sta godendo dei suddetti benefici. Il prolungato protrarsi dell’inadempimento sfocia, per legge, con l’esecuzione forzata da parte dell’ufficio Riscossione che può attingere dai beni del debitore, al punto di ricavare da un’asta pubblica, il corrispettivo del credito. La misura forzata principale è quella riguardante il pignoramento dei beni, effettuata da un pubblico funzionario.
Recandosi direttamente al domicilio del debitore, il pubblico ufficiale notifica le procedure di pignoramento e assicurandone l’attuazione ricorrendo a misure cautelari, quali l’ipoteca di immobili e il sequestro di veicoli. In realtà, sono sette le cose su cui non può essere applicato il pignoramento. Iniziando dalla casa: in caso di debiti inferiori a 20mila euro; oppure meno di 120mila euro, con un valore complessivo immobiliare altrettanto inferiore a 120mila euro; se il debito è superiore a 120mila euro, ma la casa non è accatastata come immobile di lusso, il titolare non rischia il sequestro. Niente pignoramento per stipendio o pensione se già accreditato sul conto. La somma viene sequestrata direttamente al datore di lavoro, e non per un importo mensile superiore ad un quinto. E ancora: polizza vita; auto di lavoro; casa e conti correnti cointestati; alcuni beni della casa (tavoli da pranzo, frigoriferi, letti, stufe e fornelli da cucina, lavatrici, utensili).