L’Agenzia delle Entrate ha comunicato le nuove regole ed i nuovi importi per i datori di lavoro che vogliono erogare dei benefit ai dipendenti con figli a carico
Il “decreto lavoro” lo ha messo nero su bianco. Esiste un nuovo concetto di aiuto, il welfare aziendale. Dove le misure per garantire una maggiore equità sociale non sono erogate dallo stato, bensì dai datori di lavoro. Essi hanno la possibilità di concedere ai dipendenti dei benefit che sono esenti da Irpef. Ma facciamo un passo indietro. Il sistema dei benefit, molto in voga nella cultura e nell’etica del lavoro anglosassone, è una sorta di premio per la produttività. Anche l’azienda alla fine ci guadagna. Da una parte crea maggior benessere – ed anche competitività – all’interno dell’impresa, e dall’altra può ricevere delle detrazioni fiscali sui benefit erogati. I benefit possono essere anche di lusso, quali l’auto, lo sconto sul mutuo di una casa, ed altro.
In Italia il decreto lavoro ha introdotto un sistema già esistente all’estero. Che in qualche modo è una delega al privato per risolvere le problematiche economiche e sociali della cittadinanza. In questo caso, è particolarmente rivolto ai lavoratori con figli a carico. A differenza del sistema anglosassone, i benefit per i figli a carico sono richiesti direttamente dal dipendente, che mostra al datore di lavoro di possedere le condizioni per i benefit.
La novità non è solo sulla forma, ma anche sulla sostanza. Difatti il Decreto Lavoro quest’anno ha alzato di molto la somma che può essere erogata al genitore lavoratore con figli a carico. Da un massimo di 258,23 euro per il 2022, fino a 3mila euro per il 2023. Queste somme possono essere utilizzate per pagare le utenze domestiche, come acqua, luce e gas o telefono. Il tetto di 3mila euro si riferisce ai benefit che possono essere concessi a genitori con figli a carico e che sono esenti da imposte. Dunque non vanno a far parte del reddito da lavoro del dipendente.
L’agevolazione può essere richiesta da entrambi i genitori. Di modo che i benefit non rientrino nella dichiarazione dei redditi e siano considerati esenti da tassazioni. Per figli a carico si intende minori, o maggiorenni con reddito personale inferiore a 2.840,51 euro lordi. Se si arriva fino a 24 anni di età, il limite di reddito personale del figlio o della figlia può arrivare fino a 4mila euro l’anno. Ovviamente la residenza deve essere la stessa, per far parte del medesimo nucleo familiare.
Per ottenere l’agevolazione per i figli a carico, il lavoratore dipendente deve informare il datore di lavoro di averne diritto. Ed egli agire di conseguenza. Non esiste una formula o un modulo prestabilito per mettere nero su bianco questo accordo, può essere gestito autonomamente tra le parti, purché i presupposti siano chiari. Ovvero che questi benefit sono esenti da tassazione in quanto il lavoratore ha figli a carico. Nel caso in cui la procedura dovesse essere avviata, ed il figlio diventasse autonomo, per età o per un reddito da lavoro oltre i limiti, il dipendente lo dovrà comunicare prontamente al datore di lavoro, che provvederà a revocare il beneficio.