Bastano questi anni di contributi alle casalinghe per la pensione

La possibilità per le casalinghe di accedere alla pensione con un numero ridotto di anni di contributi, vediamo di che cosa si tratta

15 anni contributi
Casalinga (Foto Adobe – pensioniora.it)

Le pensioni in Italia restano un argomento di discussione tra le parti sociali e di preoccupazione per molti cittadini. Attualmente il sistema pensionistico è al centro di un ampio dibattito e confronto sull’opportunità di una riforma profonda, ma i risultati duraturi tardano ad arrivare. Infatti le misure e le opportunità di accedere alla pensione, alternative all’impianto dato dalla riforma Fornero, restano transitorie e sperimentali.

Soprattutto chi ha versato contributi esclusivamente a partire dal 1996, si trova alle prese con il sistema contributivo reso ancor meno conveniente per il lavoratore dalla riforma Fornero, il cui trattamento principale resta la pensione di vecchiaia. Al momento per accedere alla pensione con questa prestazione occorrono 67 anni di età e 20 di contribuzione. Ma per chi non ha versato prima del 1996, occorre anche la certezza di un assegno pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensione per le casalinghe, quanti anni di contributi

15 anni contributi
Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

Questa soglia non appare significativamente elevata per quanti possono godere di carriere professionali continuative con retribuzioni elevate, tuttavia è irraggiungibile per i precari con stipendi bassi o altalenanti. Non toccando quel limite non resta che lavorare fino ai 71 anni di età e accontentarsi dell’assegno maturato a quel punto, che ricordiamo non gode nemmeno dell’incremento al minimo, non previsto per i contributivi puri.

Esistono comunque delle opportunità per alcune categorie di sfruttare particolari deroghe contributive e anagrafiche. Per esempio è possibile utilizzare la possibilità di approfittare della cosiddetta deroga Amato, che consentirà di andare in pensione con soli 15 anni di contributi anche se a condizioni particolari. Ma vediamo nel dettaglio.

Per sfruttare questa finestra pensionistica occorre aver maturato almeno 15 anni di contributi entro 1992, e compiuto 67 anni. Si delinea così la possibilità di andare in pensione per coloro che dopo avere raggiunto 15 anni di contributi versato, hanno interrotto la carriera. Un caso esemplare è quello delle casalinghe che dopo una già lunga vita lavorativa optano per le occupazioni domestiche e abbandonano il lavoro.

Con 15 anni di contributi maturati prima del 1992 e 67 anni di età si può andare in pensione, una buona occasione per le casalinghe per accedere al trattamento di vecchiaia senza avere maturato il requisito dei 20 anni.

Altri dettagli sulla pensione di vecchiaia

15 anni contributi
Casalinga (Foto Adobe – pensioniora.it)

A rientrare nella deroga Amato sono tutte le tipologie di contribuzione: obbligatorie, volontarie, figurative, da riscatto e così via. Bisogna essere iscritti al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’Inps, o essere iscritti ex Inpdap, ex Enpals, ex Ipost.

Esistono anche altre due deroghe concesse dalla normativa Amato. La prima riguarda i lavoratori che hanno un’anzianità contributiva di almeno 25 anni e risultano occupati per almeno 10 (anche non consecutivi) per periodi di durata inferiore alle 52 settimane nell’anno solare (sono i lavoratori stagionali o con attività lavorative discontinue). Questa deroga si applica anche per periodi maturati dopo il 1992.

La seconda deroga Amato è valida per quanti sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione prima del 31 dicembre 1993, a prescindere dalla circostanza di aver versato o meno i contributi volontari. Anche per questi due casi occorre comunque aver raggiunto l’età minima di 67 anni anagrafici.

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