Fine del Reddito di Cittadinanza (RdC) anche per diverse categorie di disabili, vediamo nel dettaglio di chi si tratta
Dopo l’invio del messaggio Inps di conclusione del Reddito di Cittadinanza per gli occupabili, le polemiche non sembrano placarsi. Il contenuto dell’sms è apparso fin dall’inizio ambiguo, richiamando a una presunta presa in carico da parte dei servizi civili di quanti avevano perso il sussidio, cosa che evidentemente non corrispondente al vero.
Infatti, l’Inps stesso è corso ai ripari con un comunicato con cui specifica che la sospensione della revoca dipende dalle condizioni del beneficiario e coinvolge “esclusivamente le persone che versano in particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo“.
Quindi la possibilità che il Reddito di Cittadinanza venga erogato fino a dicembre è prevista soltanto per chi non è inseribile nel mondo del lavoro e necessita di un percorso di reinserimento sociale. Invece chi potrà accedere ai percorsi lavorativi dei Centri per l’Impiego avrà diritto a ottenere soltanto il Supporto per la formazione e il lavoro da settembre.
Una situazione questa che nonostante i chiarimenti dell’Inps continua a suscitare polemiche. Tra l’altro sta emergendo proprio in queste ore come l’erogazione del sussidio sia stata sospesa anche per diverse categorie di disabili, provocando ulteriore malcontento. nello specifico a non essere tutelati sono i soggetti che non rientrano nella disabilità media, grave e non autosufficienza, secondo le definizioni del DPCM 5 dicembre 2013, numero 159.
Soltanto chi rientra nelle tabelle ministeriali potrà ottenere la proroga del Reddito di Cittadinanza fino al mese di dicembre, che comprende nuclei familiari con anziani over 60, minori e disabili medi, gravi, non autosufficienti. Ma come verificare se si fa parte delle categorie che continueranno a godere del sussidio? Basta controllare la dicitura riportata dal verbale della Commissione Inps che ha attestato la disabilità e il suo grado.
Per tutti gli altri disabili non resta che la presa in carico dei servizi sociali o la possibilità di ottenere il Supporto per la formazione e il lavoro che prenderà il via nel mese di settembre, con relativa Dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro e sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato.
Quindi con la fine dell’estate per gli occupabili esclusi dalla proroga del Reddito di Cittadinanza inizia una nuova prestazione che ha durata di 12 mesi non rinnovabili. Si tratta di una vera e propria di indennità di partecipazione a corsi di aggiornamento lavorativo, non un sussidio contro la povertà. La sua erogazione è subordinata alla partecipazione e frequenza attestabile a politiche attive al lavoro o a progetti utili alla collettività (PUC).
L’ammontare dell’indennità di carattere personale e non più familiare è di 350 euro, versati dall’Inps sull’iban fornito dal beneficiario al momento della domanda, con Isee non superiore a 6mila euro annui. Quindi niente più carta ricaricabile per chi otterrà il Supporto. Inoltre le regole riguardanti le offerte di lavoro sono più severe e prevedono lo stop all’erogazione del beneficio al primo rifiuto di proposte lavorative congrue.
Alcuni dettagli operativi della procedura per accedere al servizio sono ancora da definire (la piattaforma dove presentare domanda non è ancora stata presentata), ma appare chiaro l’intento di stringere i cordoni e limitare l’erogazione del Supporto solo a chi effettivamente riuscirà a soddisfare tutti i requisiti.