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Tasse

Imu, quanto si paga in caso di comodato d’uso

La somma da versare per l’Imu in caso di comodato d’uso, a quanto ammonta l’importo da pagare, ecco le regole per il 2023

Imu (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’Imu (Imposta municipale propria) è un’imposta diretta sulla proprietà di fabbricati diversi dall’abitazione principale (fa  eccezione quindi la prima casa), di quelli appartenenti alla categoria catastale  signorile (cioè le categorie di lusso A/1, A/8 o A/9), di aree fabbricabili, di terreni agricoli, o in altri casi dal proprietario o dal titolare di un diritto (usufrutto, concessione, enfiteusi, leasing, eccetera).

Quindi non si paga per la prima abitazione, a meno che non siano, abitazioni di tipo signorile, ville, castelli, palazzi di grande valore artistico o storico ed è versata ai comuni secondo aliquote base modificabili in rialzo o riduzione dalla amministrazioni comunali. Si tratta indubbiamente di un’imposta che coinvolge il patrimonio dei contribuenti, applicata sui beni immobili.

Imu nel caso di comodato d’uso

Genitore figlia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Diciamo immediatamente che in caso di comodato d’uso si ottiene la riduzione dell’Imu del 50 per cento, ma esclusivamente se il contratto e a titolo gratuito. L’Imu va applicata al netto dello sconto del 50 per cento quindi occorre sapere quando spetta la riduzione e quando no. Il primo aspetto da evidenziare è che il comodato d’uso gratuito che dà diritto alla riduzione è quello tra parenti in linea retta di primo grado, cioè tra genitori e figli.

L’agevolazione consiste nella riduzione alla metà della base imponibile per il calcolo dell’Imu e si applica alle abitazioni non di lusso per i parenti di primo grado che la usano come casa principale. Altra importante condizione per avere la riduzione è che i contratto sia regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate. Inoltre il proprietario della casa deve possedere solo un’altra casa oltre quella principale e avere la residenza e la dimora nello stesso comune in cui si trova l’abitazione in comodato d’uso.

Quindi le condizioni sono chiare comodato d’uso per i parenti in linea diretta di primo grado (genitori e figli), contratto registrato all’Agenzia delle Entrate, il proprietario deve possedere solo una casa oltre la principale e stessa residenza nel cui comune cui si trova l’immobile in comodato. Ma chi paga l’imposta?

Caratteristiche dell’imposta

Imu (Foto Adobe – pensioniora.it)

Per l’Imu la persona che deve pagare l’imposta è il proprietario dell’immobile, in quanto la sua dimora principale sarà un’altra, risultando quindi come seconda casa. Esistono comunque dei casi nei quali la riduzione per comodato d’uso gratuito non è applicabile. Nel dettaglio si tratta di contratti per abitazioni di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9); proprietà di 3 o più immobili ad uso abitativo;

Altre situazioni che comportano la non applicabilità del comodato sono la residenza del proprietario in un comune e la seconda casa posta in un altro; il proprietario dell’immobile risiede all’estero; la casa data in comodato d’uso non è utilizzata dal comodatario come casa principale; il contratto di comodato d’uso gratuito è stipulato fra nonni e nipoti oppure tra parenti diversi da quelli di primo grado in linea diretta.

Ricordiamo infine che la dichiarazione per l’ottenimento della riduzione in questo caso non è richiesta, perché Comune e Agenzia delle Entrate sono già a conoscenza dei requisiti che servono a ottenerla essendo un contratto registrato.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano