Ecco quali istruzioni occorre seguire per mettersi in regola con la tassa sui rifiuti ed evitare sanzioni e interessi. Di cosa si sta parlando
È agosto. Fra non molto molti lavoratori prenderanno la via delle vacanze: ci si prepara con l’animo e nel concreto a prendere il largo nei giorni che circondano la festività di Ferragosto, stando lontano dalla quotidianità che circonda tutto l’anno per almeno una settimana, dieci giorni. Per molti viaggiatori, il biglietto aereo o ferroviario è stata una delle prime spese incamerate; anzi, la convenienza per taluni rotte, potrebbe aver stabilito la destinazione e il calendario delle ferie di quest’anno.
Per altri vacanzieri, la fuga dalla città si svolge in auto, sebbene i tempi verranno dilatati dalle lunghe soste in autostrada, in attesa di superare i caselli autostradali. Certamente, le ferie estive sono l’appuntamento più atteso, specialmente perché danno l’opportunità di viaggiare avendo più giorni a disposizione, rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno. Questo almeno per quando riguarda la consuetudine.
Cosa succede se hai arretrati Tari da pagare
Proprio la consuetudine da un’opportunità unica, almeno a chi rimane in città: vedere il proprio ambiente urbano ridotto se non abbattuto nel traffico delle auto; vivere una città decisamente più tranquilla. D’altro canto, però, si capisce chi fa di tutto per andarsene, e non solo per distrazione e svago: è una fuga dal rovente caldo che si forma nelle città, non senza il contributo del mix con lo smog da monossido di carbonio.
Certo, lo spazio deserto di molti punti delle città offrono inoltre un altro confortante risultato: ovvero che si producono meno rifiuti, sia dal punto di vista della produzione privata (quella casalinga), sia quella legata alle attività commerciali e produttive. Purtroppo, è necessario riscontrare che in taluni luoghi urbani, nonostante l’immondizia sia continuamente prodotta sebbene in quantitativi minori, spesso il pattume contenuto nei cassonetti resta per molti giorni esposto al sole.
Come cancellare arretrati Tari da pagare
Insomma, come se l’azienda municipale preposta alla raccolta vada anch’essa in ferie; o perlomeno, si riscontri l’evidente mala gestione dei turni estivi e delle ferie degli operatori ambientali. In taluni casi, non bisogna temere di parlare di vera e propria emergenza rifiuti. Le aziende incaricate nella raccolta sono aziende municipali; la raccolta dei rifiuti è infatti una questione di cui se ne occupano i Comuni.
Secondo i regolamenti comunali, la prolungata mancata raccolta della spazzatura da destinare alla discarica e allo smaltimento può derogare il cittadino dal pagare la periodica tassa dei rifiuti, denominata TARI. Ovviamente si tratta di una circostanza che deve essere ufficialmente riconosciuta, poiché ogni arbitro, al contrario, sul pagamento dei bollettini comporta l’attivazione della procedura di rientro delle somme dovute.
Questa procedura non è uguale per tutti i Comuni ma generalmente, in caso di arretrati TARI, la prescrizione dei debiti arriva dopo 3 anni. Di fatto, già 15 giorni dopo la scadenza prestabilita vengono applicate sanzioni amministrative seppure molto basse, in base ai solleciti di pagamento fatti recapitare dagli uffici comunali. Al terzo anno di ritardo, il debito diventa una cartella esattoriale emessa dall’ufficio Riscossione dell’Agenzia delle Entrate. Tra spese di istruttoria e spese legale, l’importo potrebbe a questo punto triplicare. Non solo, se gli arretrati finiscono per superare i 30mila euro, si rischia di essere denunciati per il reato di evasione fiscale, con tutte le conseguenze di ordine penale.