Per il piano ferie è bene conoscere cosa è stabilito dalla legge in merito ai giorni continuativi che possono essere richiesti
Si vuole partire per due settimane per andare in ferie durante l’estate? Questo è il momento dell’anno in cui generalmente si usufruisce un periodo di riposo più lungo. In parte per il caldo, in parte perché la famiglia, compresi anche i figli che non vanno a scuola, durante l’estate ha più tempo libero e dunque più facile organizzare le vacanze.
Per quanto riguarda i dipendenti del comparto pubblico non ci sono problemi. Il diritto alle ferie viene garantito tramite un piano che viene generalmente stabilito preventivamente, specialmente se c’è la necessità di fare delle turnazioni per non lasciare scoperto il posto di lavoro.
Per quanto riguarda il comparto privato le cose possono essere leggermente differenti. Un datore di lavoro può richiedere ad un dipendente di non assentarsi per un periodo troppo lungo dell’anno. Questo è consentito o va contro la legge? Fortunatamente esistono i contratti collettivi nazionali che garantiscono il diritto al riposo. Per primo si può citare l’articolo 36 della Costituzione , la magna carta della legge italiana:
“il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunciarvi”. E cosa dire per quanto riguarda i giorni continuativi?
Chiedere due settimane di ferie, è possibile?
La legge stabilisce che le ferie sono un diritto irrinunciabile e che non possono essere monetizzate. Inoltre il dipendente non può dire di no alla fruizione, il datore di lavoro non può non concederle. I contratti collettivi nazionali stabiliscono che i datori di lavoro hanno l’obbligo di concedere delle ferie per 15 giorni consecutivi, sempre che il dipendente lo richieda.
Se viene fatta una domanda formale, il datore di lavoro non può dire di no. In alternativa, il dipendente ha diritto ad un totale di 26 giorni di ferie retribuite ogni anno, fruibili entro il 31 dicembre dell’anno stesso. Il diritto del lavoratore prevede che i giorni di ferie maturati debbano essere comunque concessi o richiesti entro 18 mesi dall’inizio della maturazione. Questo è un diritto che è stato inserito per tutelare la salute fisica e psichica del lavoratore.
Per avere un calcolo orientativo del percorso di maturazione delle ferie, si può dire che ogni anno di rapporto di lavoro a tempo pieno continuativo corrisponde a un mese di ferie del lavoratore. Malattia e infortunio sul lavoro, i permessi della 104, non rientrano nel calcolo delle ferie.
Cosa succede se il datore di lavoro non le concede
In quanto diritto del lavoratore, sancito dalla costituzione e poi dai contratti collettivi nazionali, il datore di lavoro non può rifiutare due settimane consecutive di ferie al lavoratore. Se dovesse negarle, il lavoratore può denunciare il caso, ed il datore di lavoro incorrerebbe in una sanzione che va dai 100 euro ai 600 euro.
Nel caso in cui invece la violazione coinvolga oltre cinque lavoratori all’interno della stessa azienda, e si è verificata più di una volta all’interno di due anni, la trasgressione comporterebbe una sanzione che può andare dai 400 ai 1500 euro. Se il numero dei dipendenti coinvolti aumenta, e si arriva almeno a dieci persone, la mancata concessione delle ferie verificatasi in 4 anni comporterebbe un aumento della sanzione dagli 800 euro ai 4.500 euro.