Conoscere l’ammontare della pensione, se esistono modi per avere un’idea del trattamento previdenziale previsto, come avere più di 1.000 euro
La conclusione della carriera lavorativa coincide con l’inizio di una nuova fase della vita, dove lo spazio per sé e per i propri interessi e affetti può essere maggiore. Inizia la fase della pensione, in cui occorre riorganizzare abitudini, routine e tempi dopo decenni scanditi da lavoro e attività. Il diritto alla pensione è stata una conquista e ha significato la possibilità per milioni di persone di condurre una vita dignitosa e continuare a essere parte attiva della società. Oggi il diritto alla pensione, pur non essendo formalmente cancellato, nella sostanza è ridotto alla sussistenza e in alcuni casi nemmeno a quella.
Per le nuove generazioni poi con carriere lavorative precarie e con retribuzioni altalenanti, i sistemi di rendimento pensionistico, introdotti negli ultimi decenni, non lasciano molte speranze di un assegno dignitoso alla fine del lavoro. Il tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra primo assegno di pensione e ultimo stipendio reddito percepito prima di lasciare l’occupazione, è in alcuni casi avvilente. Secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, nel 2025 un dipendente con 38 anni di contributi andrà in pensione con un assegno pari al 67,8 per cento dell’ultimo stipendio, un lavoratore autonomo con lo stesso numero di anni contributivi avrà una pensione del 49,4 per cento rispetto all’ultimo reddito.
Pensione a 1.000 euro, conoscere l’ammontare
A fronte di queste condizioni, sapere quanto sarà l’ammontare del proprio assegno pensionistico è fondamentale perché consente per chi ha ancora diversi anni di carriera professionale davanti a sé di prendere i dovuti provvedimenti, provvedendo se possibile con forme di previdenza complementare almeno per chi può permetterselo.
Esistono sulla rete diverse applicazioni che consentono di avere un’idea abbastanza precisa di quanto sarà il proprio assegno pensionistico partendo da una serie di dati inseriti dall’utente. Tra i più affidabili c’è sicuramente il simulatore “la mia pensione futura” un servizio dell’Inps che permette dei calcolare quella che sarà presumibilmente la pensione alla fine dell’attività lavorativa.
Il conteggio è basato sulla normativa vigente e su 3 elementi fondamentali: età, storia lavorativa e retribuzione o reddito. Importante sottolineare che questo sistema non delinea un diritto acquisito, non valutando quanto realmente versato quindi non rilascia certificazioni, ma fornisce soltanto una stima per quanto attendibile.
Conoscere il proprio assegno pensionistico
Quindi con il sistema Inps possiamo conoscere la data di maturazione della pensione di vecchiaia o anticipata, avere una stima tra prima rata di pensione e ultimo stipendio percepito, controllare i contributi versati e segnalare all’Inps gli anni di contributi mancanti eventualmente, e così via. Si tratta di uno strumento molto duttile e utile per avere un’idea della propria pensione con un certo anticipo.
Detto ciò, considerando che ogni storia lavorativa va da sé si può dire che per ottenere un assegno pensionistico di almeno 1.000 euro al mese occorre avere una retribuzione pari all’incirca a 1.500 euro al mese. Naturalmente questi calcoli devono tener conto del montante contributivo (cioè di quanto si versa complessivamente nel corso degli anni lavorativi), del coefficiente di trasformazione (usato per convertire in pensione quanto si è versato), dell’età in cui si interrompe il lavoro.
Insomma una serie di informazioni decisive per avere un’idea della propria pensione, ma una cosa è chiara solo a fronte di una carriera lavorativa stabile e con retribuzioni buone, durata per decenni si può sperare di avere un trattamento previdenziale che consenta di mantenere un tenore di vita in pensione paragonabile a quello avuto durante il lavoro.