La Tari non pagata può essere motivo di invio di cartelle esattoriali. Passato parecchio tempo le conseguenze potrebbero essere anche molto gravi
La Tari non è altro che la tassa sui rifiuti solidi irbani. Introdotta nel 2014 serve a finanziare il servizio comunale di raccolta e smaltimento rifiuti. Difatti si tratta di un’imposta comunale. L’importo non è fisso, dipende dal tipo di immobile. Primo fattore che fa la differenza è se si tratta di una residenza privata, di un esercizio commerciale, di ristorazione o di un ufficio. Inoltre viene stabilita in base ai metri quadri di estensione ed al numero dei residenti o domiciliati – se stiamo parlando di un appartamento -. Anche il diverso Comune di residenza può incidere sull’importo della Tari, ed anche sulla formula di pagamento.
Difatti il pagamento può essere in un’unica soluzione o in due rate semestrali. Sul bollettino che arriva direttamente a casa è segnalata a caratteri ben leggibili la data di scadenza per la Tari. Dal giorno successivo indicato sul foglio si iniziano a maturare more ed interessi. In sostanza una situazione debitoria nei confronti del Comune di residenza. Nel caso in cui sia comprovato il disservizio di raccolta rifiuti nel proprio Comune o nella propria area, il cittadino può richiedere uno sconto sulla Tari che può andare dal 20% all’80%.
Tari, cosa succede se si supera la scadenza
La scadenza è perentoria. La Tari deve essere corrisposta entro la data prevista. I metodi di pagamento sono diversi. Si può produrre il classico bollettino postale, da pagare direttamente all’ufficio. In alternativa, con una commissione leggermente più alta dell’ufficio postale, ci si può recare presso qualunque tabaccaio o punto della Lottomatica. La maggior parte dei Comuni prevede anche la disposizione di un Qr Code insieme al bollettino. In alternativa si possono utilizzare i metodi di pagamento diretti con le istituzioni, come la App Io, attraverso il canale PagoPA.
Nel momento in cui la data di scadenza della Tari è superata, si iniziano a maturare more ed interessi. Questo è chiamato ritardo nei pagamenti. Se invece il cittadino salta a piè pari numerose date di scadenza, allora si entra in una condizione diversa. Che è quella dell’omissione del pagamento delle imposte locali. Dopo una serie di solleciti il Comune passa la pratica direttamente all’Agenzia delle Entrate ufficio Riscossioni, che provvederà a produrre e inviare la cartella esattoriale. Ed a quel punto la Tari non pagata sarà trattata come qualsiasi altro debito fiscale.
Il recupero forzoso ed il pignoramento
Nel caso in cui la cartella esattoriale, che cresce all’aumentare del ritardo, venga nuovamente ignorata, si può partire con il recupero forzoso del debito per la Tari non pagata. La notifica della cartella di pagamento deve essere inviata almeno 60 giorni prima dell’avvio delle pratiche di pignoramento.
Scaduti questi giorni senza che il contribuente abbia agito in alcun modo, è necessario avviare una nuova notifica che intima il pagamento, l’ultima chance prima del pignoramento. Dopodiché possono essere pignorati i beni personali, a partire dal conto corrente bancario, ai beni mobili, come la vettura, ed ai beni immobili.