La pensione di cittadinanza è l’altra versione del reddito di cittadinanza. Dati i tagli previsti dall’attuale governo, cosa ne sarà di essa nel mese di agosto?
Tra qualche mese si dirà addio al reddito di cittadinanza. La misura tanto discussa introdotta nel 2018 dal governo pentastellato, volge al termine. Per essere sostituita dall’assegno di inclusione, una misura di supporto e di sostegno alla povertà e all’inclusione. Con criteri però differenti dal reddito di cittadinanza. Difatti non basterà il requisito economico per poter ricevere l’assegno. Sono diverse le differenze. Il governo Meloni, quando si è insediato a palazzo Chigi, ha subito messo in discussione questa misura come da promessa durante la campagna elettorale.
Inizialmente i soggetti potenzialmente occupabili percettori del reddito di cittadinanza potevano continuare a beneficiare per i primi nove mesi dell’anno. Questi nove mesi sono stati poi ridotti a sette. Il governo ha dichiarato che con questo taglio dai nove ai sette mesi ha pagato l’aumento delle pensioni minime per il gli over 75 a 600 euro, anziché i 525 euro circadel 2022. Ma solo per il 2023 La differenza sostanziale è stata l’introduzione delle categorie di occupabili e non occupabili. I soggetti occupabili sono coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e di 59 anni e non hanno invalidità al lavoro. Per loro quella di agosto potrebbe essere l’ultima mensilità.
Pensione di cittadinanza, cosa succederà ad agosto
Sulla carta, i soggetti occupabili possono ricevere il reddito di cittadinanza soltanto per sette mesi. Di conseguenza l’ultima mensilità sarebbe dovuta essere quella di luglio. Tuttavia, il decreto spiega che gli occupabili hanno diritto a sette mensilità piene. Dunque, se in questi primi mesi del 2023, è stato necessario richiedere il rinnovo del reddito di cittadinanza, con il mese di sospensione intermedio previsto per legge, esso potrà essere recuperato con la mensilità aggiuntiva di agosto.
E cosa ne ha della pensione di cittadinanza? La pensione di cittadinanza non è altro che la versione del reddito di cittadinanza destinata ai pensionati. Anche se la misura è leggermente differente, dato che non si tratta di un importo intero bensì di un’integrazione alla pensione. Anche essa dipende dall’ISEE di riferimento e dalla composizione del nucleo familiare.
Cosa ne sarà dei pensionati che ricevono questo assegno integrativo? La risposta è piuttosto semplice, se si osservano bene le regole per il reddito di cittadinanza. Abbiamo parlato da poco della categoria degli occupabili. Mentre i non occupabili, sono tutti i percettori con età superiore a 60 anni, o inferiore ai 18 anni. Sono compresi tra i non occupabili anche le persone inabili o invalide al lavoro.
Quando termina l’integrazione alla pensione
Da questi presupposti risulta evidente che coloro i quali hanno diritto alla pensione di cittadinanza, non la perderanno dopo sette mesi, ma ne avranno diritto fino alla fine dell’anno, così come ha previsto per la categoria dei non occupabili del reddito di cittadinanza. Questo perché i pensionati in Italia sono gli over 60 senza dubbio o gli invalidi. Dunque rientrano a tutti gli effetti nelle categorie che possono ricevere l’integrazione alla pensione fino al primo mese del 2024.