Ecco alcuni strumenti per salvaguardare il proprio finanziamento anche in caso di profonde difficoltà ad onorare la restituzione del debito
L’emergenza sanitaria innescata dal Coronavirus nel 2019, che è poi esplosa con il duro provvedimento del confinamento domestico, ha imposto una visione “altra” dell’ambiente casalingo agli occhi di chi lo ha sempre abitato. Come è noto, in alcuni contesti familiari, quelli più difficili, la casa ha rappresentato il terreno di scontro di frustrazioni incubate nell’impossibilità di uscire o in dinamiche già precedentemente logore.
Nei casi più sereni, invece, la casa ha visto valorizzare i rapporti tra genitori e figli, con una vicinanza e una compresenza mai sperimentate prima. Diversamente, l’abitazione costituisce un giro di boa per l’età di un figlio, il quale, ad un certo momento, desidera di uno spazio autonomo, affrancato dagli spazi condivisi con il nucleo familiare d’origine; in altre parole, cerca una casa tutta sua, come momento espressivo più alto del suo senso di indipendenza.
Certo, è una realtà di fatto che sia sempre più un’impresa invalicabile quella di ottenere anche una piccola abitazione con un pagamento “cash”, senza contrarre alcun debito con alcun istituto di credito. A dir la verità, la posta in gioco si è alzata al punto da toccare la questione di poter ottenere o meno anche il livello più basilare di un finanziamento; e l’irrigidimento delle garanzie sono l’indicatore di un punto di osservazione che vede nel contesto socio-economico una condizione estremamente fragile.
La precarietà e l’eccessiva flessibilità del mercato del lavoro, mansioni sottopagate, contratti con scadenze a breve termine, il pericolo di mancati rinnovi nel rapporto di lavoro e tanto altro, sono alla base di un orizzonte estremante corto, percepito tanto dalle proprietà che propongono immobili in affitto, quanto dalle banche quando si tratta di valutare un prestito per l’acquisto di una prima casa.
Sebbene ancora oggi le garanzie di molti genitori siano risolutive per l’ottenimento di un mutuo da parte dei figli maggiorenni e anche con un lavoro, di recente il governo ha emanato il bonus mutui per gli under 36, il quale fornisce una sottoscrizione agevolata dei finanziamenti verso i giovani lavoratori e l’attribuzione di sgravi fiscali. Il recente rialzo dei tassi di interesse, da parte della Banca Centrale Europea, ha elevato le rate delle restituzioni in essere fino a 250 in più, per ogni mese.
Oggigiorno una famiglia su cinque è in ritardo con il pagamento delle rate di un mutuo; le difficoltà ad onorare il debito si estende però anche ai piccoli prestiti, utili a superare le necessità più urgenti. Ad interferire ulteriormente ci pensano il calo del potere di acquisto e, in generali, gli effetti dell’inflazione nel costo della vita. Un primo modo di affrontare il problema, è quello della surroga del mutuo, ossia trasferendo il finanziamento sottoscritto in una banca ad un’altra (posto che l’offerta di approdo sia davvero conveniente).
Altrimenti si può optare per la rinegoziazione, da richiedere al proprio istituto di credito, per ottenere una maggiore elasticità nella restituzione. Ulteriore alternativa è il Fondo per la sospensione del mutuo, in grado di interrompere il pagamento delle rate fino a 18 mesi, purché si rientri nei requisiti, quali la perdita del lavoro o una notevole diminuzione del fatturato.