I tassi di interesse che riguardano i mutui continuano ad aumentare a causa dell’inflazione: i dipendenti pubblici possono chiedere aiuto all’INPS
Sono tempi davvero difficili per gli italiani che hanno acquistano o stanno per acquistare casa e, per farlo, hanno aperto un mutuo. Sono infatti davvero poche le persone che dispongono di una liquidità tale da poter acquistare una casa o un appartamento senza ricorrere all’aiuto di una banca per la richiesta di un mutuo.
Tramite il mutuo, infatti, l’acquirente potrà pagare mensilmente le rate della propria abitazione scegliendo tra un tasso fisso ed uno variabile. La differenza, come dicono le stesse parole, è che nel primo caso si pagherà sempre la stessa cifra ogni mese mentre, nel secondo caso, l’importo della cifra varierà a seconda di fattori esterni.
Mutuo INPS: il vantaggio di molti dipendenti pubblici
Nell’ultimo anno l’aumento dei tassi di interesse dei mutui a tasso variabile è stato davvero notevole. I tassi sono infatti aumentati a causa dell’inflazione: la conseguenza dell’aumento è stato che anche la Banca Centrale Europea ha dovuto alzare i prezzi dei mutui. Per molte famiglie la capacità di sostenere il mutuo è diventata insostenibile.
Un aiuto in termini di mutuo arriva però dall‘INPS e riguarda tutti i dipendenti pubblici. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, oltre a concedere dei piccoli prestiti che riguardano la cessione del quinto, ha ereditato dal soppresso INPDAP anche la possibilità di concedere mutui ai dipendenti pubblici di ruolo.
Andando nel dettaglio, l’INPS può concedere mutui ipotecari per l’acquisti di un immobile, per costruire un’abitazione o per surroga da altro mutuo. Al contrario l’INPS non concede mutui per liquidità e di conseguenza non accetta surroghe da altro mutuo nel caso in cui il mutuo superi l’importo del valore d’acquisto.
Negli ultimi tempi le richieste di surroga all’INPS sono aumentate notevolmente eppure, fino a qualche tempo fa, i tassi applicati dall’INPS erano o in linea o addirittura superiori alle banche. Ma da quando la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interessi, i mutui INPS sono diventati molto appetibili.
Quello che c’è da sottolineare è che l’INPS concede mutui a trent’anni anche ai dipendenti che hanno meno di 65 anni in modo da diluire il costo del mutuo in un arco di tempo maggiore. Al contrario le banche tendono a far coincidere la scadenza dei mutui con il compimento dei 75 anni del cliente.
Di tutte le richieste che arrivano, però, solo il 5% dei richiedenti riescono ad ottenere un mutuo dall’INPS. Prendendo in considerazione le domande di giugno 2023, su 2.117 domande di mutuo ne sono state accolte solo 109. Nonostante siano pochi coloro che sono riusciti ad avere un mutuo INPS, tali fortunati hanno una soluzione davvero molto conveniente.
Facendo una simulazione sul portale dell’INPS, chiedendo un mutuo da 100mila euro, la rata a 30 anni è molto conveniente ed è di 328,76 euro mensili. Ricordiamo che, però, il tasso fisso dell’INPS è dell’1,16% e quindi non è in linea con gli attuali parametri di mercato. E’ però probabile che i parametri di calcolo non siano stati aggiornati dall’Istituto Previdenziale.