Sulla cornice delle prime cessazioni a carico del sussidio, inizia ad essere accreditato questo contributo proprio nei confronti dei percettori RdC
In queste settimane roventi di luglio, il clima si è surriscaldato anche dentro la metafora, nell’animo di moltissimi cittadini chiamati a svolgere il proprio importante ruolo di contribuenti. Si sta parlando della presentazione della dichiarazione dei redditi, di cui inizia a chiudersi la prassi della prima fase, quella presentazione appunto. La trasmissione telematica sul sito dell’Agenzia delle Entrate si sta avvicinando al termine ultimo di scadenza, ossia quello del 31 luglio 2023.
Le finestre di invio non si chiuderanno completamente, ma per il contribuente sarà il tempo delle sanzioni che si aggiungono fino al giorno del versamento, tamponabili nei loro pieni effetti soltanto tramite l’invio del ravvedimento operoso. Nel frattempo hanno preso avvio i pagamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, relativi ai rimborsi di eventuali crediti di imposta, derivanti dal limite di franchigia su alcune spese oggetto di detrazione e da somme da restituire inerenti l’IRPEF dell’anno precedente.
Il rimborso del credito di imposta è iniziato a stretto giro per i contribuenti che hanno provveduto alla consegna telematica della dichiarazione tramite i modelli precompilati dalla stessa Agenzia. Nei confronti degli altri contribuenti, la procedura di rimborso inizierà dal mese di agosto fino a protrarsi per la fine di novembre. A chiudere la lunga fila dei soggetti interessati nella restituzione, saranno i contribuenti senza un sostituto di imposta.
Parallelamente, è già attivo, nella fase successiva, il piano di rateazione sul versamento dei contributi, di 5 o 6 rate mensili, a seconda del periodo di consegna del modello 730 o 740 Unico. La prima rata scadrà il prossimo 31 luglio. Quella della dichiarazione dei redditi rappresenta la prima forma di finanziamento, da parte dello Stato, per alimentare le sue casse, non ultime quelle dell’INPS, a diretto beneficio dei cittadini che ne richiedono i servizi.
È dovere dello Stato garantire i servizi fondamentali di carattere pubblico e tra questi vi sono anche le misure di supporto previdenziali che contribuiscono a mantenere i diritti di dignità e sostegno dei soggetti. Più di recente le finanze hanno alimentato (dal 2019) il fondo per sottrarre molti cittadini in difficoltà da uno stato di progressivo impoverimento; la misura a cui ci si riferisce è il Reddito di Cittadinanza.
Tale contributo è ora sul viale del tramonto, dopo che la legge di bilancio 2023 sta per sostituirlo col pacchetto della nuova MIA, la misura di inclusione attiva: esso comprende fondamentalmente due misure, ovverosia il Supporto Formazione Lavoro e l’Assegno di Inclusione. L’accesso a entrambi è derivato dalla suddivisione della futura platea di riceventi in due categorie.
Pertanto la prima misura è destinata ai soggetti occupabili, cioè le persone tra i 18 e 59 anni che possono sottoscrivere un patto sociale per il lavoro; la seconda misura è invece destinata ai disabili, over 60 e minorenni. Ma prima che entrambe subentrino al posto del RdC a partire dal 1° gennaio 2024, nel mese di luglio, nonostante la chiusura di molte posizioni (in specie, la chiusura dopo 7 mesi, con attivazione a gennaio), stanno pervenendo i bonus 150 euro, l’una tantum che viene accreditata in automatico. Le date di acccredito sono: dal 14 luglio, per i percettori di prime mensilità; dal 27 luglio, per i percettori di successive mensilità.