Che cosa sta per succedere con il mutuo a tasso variabile, quali sono le prospettive nell’immediato futuro
Cosa sta per accadere al mercato internazionale in vista degli annunciati aumenti dei tassi di interesse della banche centrali statunitense ed europea? Gli scenari sono tutt’altro che rassicuranti. Prima la FED (Federale Reserve System), cioè la Banca centrale statunitense e poi la BCE (Banca centrale europea) si preparano a un nuovo rialzo dei tassi di interesse di riferimento con ripercussioni inevitabili le le economie mondiali.
Si parla di un rialzo di 25 punti base per quanto riguardo i tassi europei, con una percentuale pari al 4,25 per cento e una del tasso sui depositi del 3,75 per cento. Cifre che potrebbero crescere ancora nel corso dell’anno, prima di una svolta per il 2024. Ma che conseguenze ci saranno per i risparmiatori e le imprese che si confrontano con i mutui a tasso variabile? Le prospettive sono pesanti.
Le ripercussioni di questi aumenti su mutui e sui finanziamenti erogati a famiglie e imprese sono notevoli. A questi incrementi non potranno che esserci che aumenti degli interessi da pagare ogni mese, con effetti evidenti sui bilanci dei risparmiatori. Già nel corso dell’anno la crescita dei tassi BCE aveva provocato un rialzo sostanzioso delle spese per le rate mensili, ma la progressione verso l’altro non si arresta, al contrario.
Chi ha stipulato un contratto con un mutuo a tasso variabile ha visto crescere la rata mensile di circa 212 euro al mese rispetto al 2022. Le associazioni dei consumatori stanno evidenziando una situazione che rischia di mettere in crisi migliaia di famiglie. Un mutuo di tasso variabile di circa 115mila euro per 24 anni ha avuto un aumento della rata mensile del 64 per cento rispetto al 2021 e del 44 rispetto al 2022.
I tassi fissi stipulati prima della crisi non subiscono ritocchi, ma oggi stipulare un finanziamento con tasso fisso costa in media una rata più pesante del 6 per cento rispetto al 2002 e del 31 per cento rispetto al 2021. Un mutuo a tasso fisso di 115mila euro per 25 anni è più caro con la sottoscrizione nel corso di quest’anno di più di 9.915 euro rispetto il 2022. Quindi anche i tassi fissi stipulati oggi sono molto più cari rispetto al recente passato.
Le famiglie in difficoltà sono molte, perché la situazione si è abbattuta in un contesto segnato da un’inflazione molto alta, anche se oggi data in calo. I risparmi sono stati ormai intaccati per far fronte alle nuove spese mensili. Molti risparmiatori stanno cercando delle soluzione attraverso la surroga e la rinegoziazione del mutuo, ma ottenere risposte positive dalle banche non è così semplice.
Secondo l’Osservatorio nazionale federconsumatori un aiuto concreto potrebbe essere rappresentato da un ampliamento del fondo di solidarietà Gasparrini, anche a chi è in mora da più di 90 giorni, riguardo soprattutto ai ritardi per l’acquisto della prima casa. Ma questa possibilità deve essere decisa e al momento non se ne sa molto.
Il fondo è uno strumento che permette ai titolari di un mutuo aperto per l’acquisto della prima casa, fino a un massimo di 250mila euro, di presentare domanda per la sospensione delle rate per un periodo massimo di 18 mesi, in presenza di crisi economica.