Quali sono le cartelle esattoriali che non andranno prese in considerazione per i pagamenti, la situazione
Capire nel dettaglio qual è la situazione delle cartelle esattoriali non è sempre facile. può capitare di ricevere da Agenzia delle Entrate Riscossione un sollecito di pagamento che contiene tutte le imposte esigibili, anche quelle che sono cadute in prescrizione e quindi non sono da pagare.
Somme che dovrebbero essere cancellate, ma che compaiono e confondono sicuramente il contribuente alle prese con informazioni che appaiono contradditorie. Vedere in un sollecito di pagamento nelle voci relative a debiti di molti anni fa, fa sorgere immediatamente il dubbio sulla loro validità. Il rischio è di pagare cartelle ormai non dovute, perché l’ufficio preposto non ha effettuato le cancellazioni del caso.
Cartelle esattoriali da non versare
Bisogna intanto ricordare che con la legge di bilancio 2023 è stata emanata una misura che estingue tutte le cartelle iscritti a ruolo e affidati all’agente di riscossione tra il 2000 e il 1015 fino alla somma di mille euro. Questa operazione non va confusa con la rottamazione fino al 2022 che non cancella tutte le cartelle, ma solo la parte relativa a sanzioni e interesse, alla quale bisogna aderire. Questa cancellazione avviene in automatico, non c’è bisogno di una richiesta esplicita del contribuente.
In una cartella potrebbero esserci più debiti iscritti a ruolo, magari con annualità diverse. Il risultato è una cartella con importo maggiore di mille euro, ma ciò che conta è il singolo tributo che non deve superare la soglia dei mille euro. Questo annullamento riguarda le cartelle prescritte sia quelle ancora valide. Ora una breve descrizione della cartella per avere delle informazioni aggiuntive per capire se il debito è ancora valido oppure è stato cancellato definitivamente.
Intanto va ricordato che la cartella deve contenere l’indicazione del tributo non pagato (IMU, IVA, IRPEF eccetera), l’anno di riferimento, l’importo dell’imposta a ruolo, gli interessi, gli oneri, il numero dell’iscrizione a ruolo e la data quando è diventato esecutivo, il responsabile del procedimento per avere informazioni, l’ente impositore.
Se si riceve un’intimazione di pagamento, con il sollecito del pagamento entro 60 giorni, ci deve essere anche il numero della cartella esattoriale. Questi dati sono presenti sulla documentazione che arriva a casa, ma possono essere recepiti anche mediante estratto di ruolo on line o presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di riferimento.
Come capire quali cartelle non sono da pagare
Per avere la certezza di quali sono le cartelle da non pagare occorre fare attenzione alla data di riferimento dell’imposta o se arriva un’intimazione, alla data di notifica dell’ultima cartella. Se si supera la prescrizione non si paga, sempre che non sia arrivato un sollecito che interrompe i tempi della prescrizione, facendoli decorrere da capo.
Qualche informazione sui empi di prescrizione: Irpef 10 anni dal ricevimento della cartella; Iva 10 anni; imposta di bollo 10 anni; Imu e Tari 5 anni, ma occorre fare attenzione all’avviso di accertamento che interrompe il conteggio e lo azzera; contributi Inps e Inail 5 anni; tutte le sanzioni amministrative 5 anni (comprese le multe stradali); bollo auto 3 anni a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di scadenza del bollo.