Bancomat e carta di credito, i nuovi obblighi sui pagamenti

Da gennaio 2024 cambieranno alcune regole circa i pagamenti con bancomat e carta di credito. Questo per limitare la possibilità di evasioni e frodi fiscali

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Pagamento con il Pos (Foto da Pixabay) – pensioniora.it

Da quando la moneta elettronica ha preso piede non solo in tutta Europa ma anche in Italia, paese rinomatamente un po’ più arretrato rispetto a quelli del nord Europa per quanto riguarda la tecnologizzazione delle operazioni quotidiane, buona parte delle consuetudini degli italiani sono cambiate.

A partire dai pagamenti in contanti, che si sono ridotti all’osso. Complice in questa trasformazione la digitalizzazione dei rapporti con la pubblica amministrazione supportata anche dai piani cashless, come il cashback e la lotteria degli scontrini. Il risultato è stato che sono sempre minori i prelievi in contanti tramite sportello bancomat, e sempre maggiori le transazioni elettroniche. Cui i commercianti sono obbligati a fornire il servizio.

Tuttavia quando si parla di transazioni elettroniche non ci si riferisce soltanto ai pagamenti con il Pos, bancomat o carta di credito. Sì parla anche delle transazioni di compravendita che vengono effettuate on-line. Una forma di commercio che dalla pandemia in poi in Italia è diventata irrinunciabile. Inoltre, il vantaggio di queste transazioni è che sono tracciate e dunque aiutano il governo nella lotta all’evasione fiscale e al riciclo di denaro sporco.

Le nuove regole per il bancomat

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Transazioni online (Foto da Pixabay) – pensioniora.it

Dalla commissione Europea arrivano delle nuove regole che riguardano sia le banche che gli intermediari. I pagamenti trimestrali possono e devono essere comunicati, anche se il mittente e il destinatario li effettuano tramite monete elettronica quale bancomat o carta di credito. Dal 2024, nello specifico dal primo gennaio, i PSP, ovvero i prestatori di servizi di pagamento, che possono essere sia per i servizi on-line che per i pagamenti tramite il Pos, come ad esempio i circuiti Visa, MasterCard o PayPal, saranno obbligati a comunicare al Cesop, ovvero il sistema elettronico centrale di informazioni sui pagamenti i dati delle transazioni per evitare le frodi in materia di IVA.

La documentazione verrà trasmessa e conservata per parecchio tempo. In particolare sotto l’occhio del mirino ci sono le transazioni transfrontaliere, che possono essere effettuate per evitare di pagare determinate imposte quale l’IVA. Nello specifico i prestatori di servizi di pagamento saranno obbligati dalla direttiva Europea a comunicare i dati quando vengono effettuati più di 25 pagamenti transfrontalieri dallo stesso beneficiario in un solo trimestre.

La lotta alle frodi fiscali

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Transazioni online (Foto da Pixabay) – pensioniora.it

In questo modo la comunità europea cerca di preservarsi da eventuali frodi fiscali che vengono messi a conto da soggetti che effettuano operazioni di compravendita tra privati, senza il pagamento dell’IVA. I dati che vengono conservati per tre anni, sono il BIC, ovvero il bank identifier code, o un altro codice identificativo dell’azienda del PSP.

Inoltre è obbligatorio fornire il nome o la denominazione commerciale del beneficiario, l’IBAN o altri identificativi che individui il beneficiario e ne fornisca la localizzazione. E per finire i dettagli dei pagamenti bancomat transfrontalieri e dei rimborsi, devono comprendere ora, data, importo, valuta e stato membro di origine del pagamento. Queste misure cautelari per combattere le frodi fiscali verranno attivate dal primo gennaio 2024.

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